Firenze, 12 gennaio 2025 – Sono due facce della stessa medaglia, quella del turismo, fiore all’occhiello di una Toscana che si trova ad affrontare oggi sfide difficili per restare in equilibrio tra competitività e vivibilità. Da una parte le città d’arte toscane afflitte, Firenze in testa, da un assedio concentrato nei centri storici; dall’altra gli innumerevoli borghi disseminati dalla Lunigiana alla Maremma. In comune, queste due anime dell’attrazione senza scossoni del brand Toscana hanno la necessità di capire quale sarà la via più sostenibile e proficua per lo sviluppo dei prossimi anni. Si tratta di quello che, con una parola, si chiama visione. Le città d’arte sono alle prese con il troppo turismo: una fortissima trasformazione del sistema di accoglienza che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con il proliferare degli Airbnb, una crescita esponenziale che richiede nuove regole e limitazioni. Sono in corso le prime prove di nuove norme ed è ancora presto per capire se sortiranno gli effetti voluti: non desertificare i centri storici dai residenti e calmierare i prezzi degli affitti, oltre a far emergere il sommerso. Un’altra parte della Toscana è alle prese invece con il poco turismo: aree interne bellissime, ma che si spopolano e perdono servizi essenziali. Eppure, una mano per decongestionare Firenze e le altre città potrebbe arrivare proprio dai tanti borghi se, oltre a quelli già super famosi, si riuscisse nell’intento di farli conoscere e renderli altrettanto attrattivi come mète di vacanza. I presupposti ci sarebbero tutti, perché in gran parte mantengono quell’autenticità che le località più battute dal turismo hanno perso per strada. Ma, per riuscire nell’intento, la ricetta è una soltanto: una promozione forte certo aiuta, ma senza servizi significa buttare via risorse, perché prima è necessario garantire i servizi, dai trasporti a una rete wifi efficienti, tanto per citare soltanto due esempi. Altrimenti ci saranno realtà virtuose qua e là, ma il resto dei territori continuerà ad arrancare.
EditorialeLa sfida del turismo, equilibrio difficile fra vivibilità e competitività