FRANCESCO CARRASSI
Editoriale

Turismo a numero chiuso

Il commento

Francesco Carrassi

Firenze, 2 luglio 2017 - Dover affrontare, da una parte la promozione delle visite alle città d’arte e dall’altra la loro tutela dagli assalti dei turisti, soprattutto di quei turisti frettolosi dei quali ha parlato anche il cardinale di Firenze Betori nell’omelia di San Giovanni, può apparire una contraddizione. Ma è la delicatezza e la fragilità dei nostri centri storici a chiedere una salvaguardia da quella massa di turisti consumatori dell’effimero. Una moneta a due facce, insomma, tra le quali bisogna trovare il non facile equilibrio. I problemi sono stati posti, le ipotesi di soluzione pure. Anche il sottosegretario ai Beni Culturali Dorina Bianchi ha posto la questione nella sua urgenza e avanzato alcune soluzioni, facendo un salto di qualità con l’indicazione delle linee guida. La prima delle quali è puntare a strumenti di contenimento quali, per esempio, il conta persone e i percorsi alternativi.

Crediamo che, adeguatamente informati, gli stessi turisti che scelgono le città d’arte possano capire che non si tratta di provvedimenti che respingono ma, al contrario, di iniziative volte ad agevolare le visite. Visite da rendere compatibili proprio con la tutela delle stesse città che sono un patrimonio unico al mondo. E la collaborazione con i visitatori è indispensabile. E’ evidente che occorre costruire un modello di riferimento e di comportamento che valga per tutte le città d’arte, anche perché siamo un Paese che ha avuto nella storia tante capitali oltre a Roma, come Firenze, Torino, ma anche Milano, Venezia, Napoli, Palermo. Tutte insieme rappresentano una delle mete più ambite del turismo culturale del mondo, e proprio per le loro caratteristiche, non solo restano l’obiettivo ideale del turismo destagionalizzato, ma rappresentano anche la base allargata di quella che deve diventare una rete.

C’è oggi un elemento in più perché questo avvenga e si chiama concorrenza tra le stesse città. Anche tra quelle minori. Un ruolo importante può giocare anche la comunicazione, come accade per il traffico sulle autostrade con l’adozione dei bollini. Il primo passo potrebbe essere proprio questo: far sapere ai turisti i giorni in cui in quella o quell’altra città è prevedibile una congestione dovuta a importanti manifestazioni o eventi. Un modo per programmare percorsi alternativi o comunque per avvertire gli ospiti dei probabili disagi ai quali vanno incontro. L’importante, comunque, è cominciare a trovare un equilibrio tra la presenza dei turisti che rappresentano da sempre un inportante risorsa economica per le nostre città e la salvaguardia delle stesse, belle e fragili. Il confronto è più che mai aperto.