REDAZIONE EMPOLI

Valentina Lodovini in scena al Pacini con 'Tutta casa, letto e chiesa'

Lo spettacolo è sold out. L'attrice: "Il pubblico è parte integrante dello spettacolo"

Valentina Lodovini è in scena a Fucecchio

Fucecchio (Firenze), 10 dicembre 2019 - Al Nuovo Pacini di Fucecchio è tutto pronto per uno spettacolo che si preannuncia imperdibile, tant'è che si è meritato il sold out con giorni di anticipo sulla data. L'appuntamento domani, mercoledì 11 dicembre,alle 21.30 è con Valentina Lodovini in scena con «Tutta casa, letto e chiesa» di Dario Fo e Franca Rame, con la regia di Sandro Mabellini.

L’attrice, carismatica e brillante, reinterpreta le figure di donne scolpite a tutto tondo in vivaci monologhi dove si ride, ma, alla fine dei quali, resta addosso una grande amarezza. Riflessioni, spunti dal passato ma ancora validi con i quali l’attrice dialoga con un approccio al testo differente rispetto a quello proposto da Franca Rame. «Una sorta di assoluto rispetto nei confronti di una grande attrice molto intellettuale – racconta Valentina Lodovini  – mi ha spinta a scegliere un’altra strada: sono partita dal corpo, ho lasciato perdere la testa».

Al centro del progetto c’è il "raccontare l’essere umano: questo l’aspetto più complicato e più affascinante, al tempo stesso. Do vita a quattro personaggi, uno Alice nel paese delle meraviglie è un inserimento nuovo rispetto al testo originale. Si tratta di quattro ragazze e donne magnifiche, piene di sfaccettature. Ho scelto di non usare ‘la tecnica teatrale’: salgo sul palco e cerco di essere il più viva possibile, perché queste donne meritano il recitare con l‘anima". Il senso è quello di uno spettacolo che va oltre la rappresentazione.

«Quando mi è stato proposto - ammette - non conoscevo ancora il nome né del produttore né del regista, ma il mio pensiero è stato uno solo: ‘questa è una cosa importante’. Fra tanti dettagli ne scelgo due: il pubblico è parte integrante dello spettacolo e, soprattutto, il testo mette al centro lo sguardo di due artisti che non hanno scritto di personaggi ma di un’epoca. Ecco, lo trovo grandioso. Il risultato è un testo che ha 41 anni, ma resta attuale: è documento».

Samanta Panelli