
Al Tribunale di Firenze si è svolto il processo che ha portato alla condanna di un uomo a nove anni di reclusione per violenza sessuale aggravata
Empolese Valdelsa, 19 febbraio 2025 – Quattro anni di abusi sessuali, andati avanti senza che nessuno in famiglia si accorgesse di niente. Poi il coraggio di aprirsi e raccontare quel “segreto“ alla zia. È stata lei, la piccola vittima, ad avere la forza di alzare quel velo familiare che teneva nascosto il più terribile degli orrori. Lo zio, a cui la mamma affidava la figlia quando doveva andare a lavoro, in realtà era un orco. Che ha abusato ripetutamente della nipote da quando lei aveva 5 anni fino al compimento dei 9 anni. L’incubo, che per fortuna ha avuto fine, si è consumato in un comune dell’Empolese Valdelsa.
Il giudice Alessandro Azzaroli del Tribunale di Firenze ieri ha condannato, in primo grado, l’uomo a 9 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata, riconoscendo alla minore anche una provvisionale di 15 mila euro. Determinante per far emergere tutta l’orribile vicenda è stata la zia, ovvero la moglie dell’orco. La nipotina dopo anni di abusi, una sera mentre si trovano in vacanza, è riuscita ad aprirsi e a rivelare alla donna quei “giochi“ che allo zio piaceva fare e che però dovevano “rimanere segreti“. L’uomo, è emerso nel corso del processo, abusava delle nipotina ’comprando’ il suo silenzio facendole dei regali o promettendole delle cose. Oltre alle rivelazioni choc della bambina a suffragare la tesi dell’accusa ci sarebbe anche un diario che l’uomo teneva. Alcune pagine in cui lo zio raccontava senza il minimo pudore o censure le situazioni vissute con la nipotina. Il materiale è stato rinvenuto e sequestrato durante la perquisizione da parte delle forze dell’ordine.
L’avvocato Maria Borra, che nel processo ha difeso la mamma e la minore, esprime soddisfazione per la sentenza e ci tiene anche a sottolineare un aspetto emerso in aula. “Il pubblico ministero – dice il legale – si è complimentato per la lucidità con cui la minore ha affrontato l’iter giudiziario. La bambina è stata sentita due volte, ed è grazie al suo coraggio che siamo arrivati a questa sentenza. Inoltre la mamma è stata molto forte, si è anche rivolta a un centro antiviolenza dove ha ricevuto una assistenza a tutto tondo, segno che anche questo tipo di servizio funziona”. Anche l’avvocato Manuela Montagni, difensore del padre della bambina (i genitori sono separati) ritiene la sentenza emessa dal tribunale di Firenze “esemplare”. “É sempre molto difficile far emergere reati che si consumano tra le mura domestiche - fa notare Montagni – Quando ciò accade e la condanna c’è, giustizia è stata fatta”.