Episodio controverso al termine della partita Gambassi-Atletico Etruria, andata in scena mercoledì scorso e valida per la Coppa Toscana di Prima Categoria. Il match, sospeso per nebbia lo scorso 27 novembre, è ripreso dal 50’ sul risultato di 1-0 per l’Atletico Etruria e si è chiuso sul 2-1 per gli ospiti, che si sono così qualificati al turno successivo. A scaldare gli animi è stato, dopo il triplice fischio finale, un presunto gesto di razzismo nei confronti dell’attaccante locale Elhadji Gueye (nella foto). "A partita finita mentre andavo verso gli spogliatoi – racconta il 29enne di origini senegalesi – il portiere avversario mi è venuto incontro mimando il verso della scimmia". I due giocatori sono venuti in contatto e, dopo che compagni e allenatori di entrambe le squadre hanno contribuito a ristabilire la calma, sono stati tutti e due espulsi dall’arbitro per la lite che li ha visti protagonisti.
Sull’accaduto, però, la società pisana nega fermamente che ci sia stato alcun atto razzista, come commenta sulla propria pagina social. "Per quanto riguarda le inspiegabili e inaspettate accuse razziali, oltre che le molteplici inesattezze riportate sull’articolo di un giornale locale, la società, dato che non è stata interpellata per sentire la propria versione dei fatti prima della pubblicazione dell’articolo incriminatorio, ha deciso di non replicare a nessun organo di informazione, riservandosi di tutelare la propria Immagine ed i propri diritti nelle sedi opportune".
Il calciatore del Gambassi, residente a Scandicci dove lavora nel settore metalmeccanico e in Italia dall’età di 15 anni, ha raccontato. "Mi sono arrabbiato molto, il nostro allenatore in seconda ha visto tutto, ma quando l’ho fatto presente all’arbitro mi ha detto di non aver visto nulla". Cresciuto nel settore giovanile dello Scandicci negli ultimi anni Gueye ha giocato pure a Montelupo prima di passare lo scorso settembre al Gambassi. "Qui mi trovo benissimo, è un bel gruppo – prosegue Gueye –. Il calcio dovrebbe essere divertimento e c’è da fare ancora tanto per estirpare certi comportamenti. Mi è già ricapitato di sentirmi apostrofare con frasi discriminatorie durante le partite, ma mi sono sempre fatto scorrere tutto addosso. Stavolta, però, è stato diverso perché a partita finita, quando ci si dovrebbe solo stringere la mano, non posso accettare certi atteggiamenti".
Simone Cioni