Empolese Valdelsa, 12 agosto 2022 - Ormai da qualche settimana, basta recarsi nei supermercati per avere brutte sorprese sul fronte di una delle merci da un lato più richieste e dall’altro a costi tutto sommato bassi rispetto a molte altre con prezzi che hanno decisamente risentito di uno dei demoni dell’economia, l’inflazione. Ci riferiamo alla normalissima, e richiestissima dalle nostre parti, acqua minerale. Nulla di strano. La comune bottiglia d’acqua – di marche tutt’altro che ricercate – che fino a ieri era data per scontata. Ora qualcosa sembra cambiato. Com’è capitato a noi, sarà successo anche a voi, poiché è stato segnalato da molte parti, di andare nel supermercato abituale e di trovarsi di fronte alla mancanza del prodotto desiderato.
E non si tratta di una congiura contro le vostre preferenze. Se avete guardato con attenzione e fatto mente locale, vi sarete resi conto che a non essere presente non era solo la vostra marca preferita, ma anche molte altre. E allora, considerat o che la siccità è un problema serio, ma che non ha ancora toccato le fonti delle acque minerali, che cosa sta accadendo, anche scontando i salti mortali delle sigle della grande distribuzione, e dei fornitori, ovviamente, per fare avere ai clienti i prodotti desiderati? Proviamo ad analizzare il contesto dando risposte a questo “mistero“.
Alla base della questione troviamo i cambiamenti epocali imposti da un ricorso pressante a prodotti che, in tempi di pandemia imperante, erano meno richiesti, e a cui da qualche tempo a questa parte non si riesce a far fronte, vista l’esplosione della richiesta, e dei prezzi. Il riferimento, ovviamente, non è all’acqua in sé, quanto ai costi degli imballaggi (per realizzare oggetti in plastica, come le bottiglie che vanno per la maggiore, occorre molta energia). Se questo è uno dei punti segnalati dall’ufficio comunicazione di Unicoop, a questo si aggiunge anche la mancanza di autotrasportatori. Di qui i cartelli con le scuse per la mancanza di assortimento che si vedono nei reparti dedicati all’acqua minerale nei supermercati, talvolta ridotti anche di oltre il 50% nella loro ampiezza. La situazione in questi giorni sembra sia migliorata, anche se non c’è la garanzia che la questione sia risolta.
E, infatti, ascoltando chi si occupa di far arrivare l’acqua minerale desiderata nei punti vendita, si capisce che in ballo ci sono anche altre questioni. Fabio Bianchi, il presidente della Cna dell’Empolese Valdelsa, che nel settore opera con i trasportatori aderenti alla Fita, fa notare il problema di una merce come l’acqua minerale: la sua bassa marginalità.
Il dirigente sottolinea, infatti, che, a fronte di un’esplosione dei costi dei carburanti (in atto ormai da tempo), non è semplice far quadrare i bilanci. In parole povere, se l’acqua costa poco (i prezzi variano naturalmente da prodotto a prodotto, ma in assoluto sono sempre bassi), gli aumenti di prezzo resi necessari in base agli incrementi dei carburanti, ad esempio, non vengono ‘passati’ automaticamente al prodotto perché i margini sono estremamente risicati e non si compensa l’inflazione.
Per assurdo, in alcuni casi è più economico non fare il trasporto anziché portare a destinazione il prodotto. Senza contare, poi, che da qualche tempo a questa parte, una delle figure professionali che mancano sul mercato del lavoro è proprio quella dei camionisti, sia per le difficoltà per ottenere la patente di guida necessaria, sia per l’elevato costo a cui ci si deve sottoporre per avere il sospirato documento. Senza dimenticare, poi, che l’acquisto di un camion presuppone costi rilevanti.