Lavoratori e azienda ai ferri corti. Succede ad Aquarno, depuratore che serve le aziende conciarie del distretto. Qual è il problema lo spiegano le sigle sindacali Cgil, Uil e Usb. "L’azienda, che gestisce l’acque reflue delle imprese del distretto conciario di Santa Croce, per garantire la salute e sicurezza dei propri dipendenti ha la necessità che essi non vengano a contatto diretto con il prodotto oggetto di trattamento e depurazione in tutte le fasi di lavorazione – si legge in una nota –. Per tale motivo l’azienda chiede ai suoi dipendenti di presentarsi al lavoro con largo anticipo sull’orario di ingresso di ogni turno di lavoro in modo da poter indossare gli idonei indumenti protettivi".
"Dopo oltre un anno di numerose richieste e rivendicazioni, e a seguito di diversi incontri mirati a trovare un accordo che riconosca questo tempo aggiuntivo come tempo di lavoro effettivo abbiamo sempre ottenuto un rifiuto netto a trovare qualsiasi soluzione", lamentano i sindacati.
Pertanto l’assemblea dei lavoratori di Aquarno svoltasi nei giorni scorsi ha dato mandato ai sindacati di tentare un’ultima richiesta d’incontro finalizzata a trovare una soluzione a tale tematica, molto sentita, e in assenza di risposta di intraprendere tutte le iniziative sindacali che riterremo più opportune.
Ma anche questo tentativo è andato a vuoto. "Purtroppo per l’ennesima volta l’azienda si è dimostrata sorda alle richieste legittime dei propri dipendenti e ha rigettato la richiesta di incontro, formalizzata in modo unitario da tutte le sigle sindacali, rifiutando ancora una volta di aprire il confronto e non lasciando altra alternativa ai lavoratori – prosegue la nota –. Da parte sindacale ribadiamo con fermezza che i tempi di vestizione, se resi obbligatori da esigenze aziendali o di sicurezza, sono tempo di lavoro e devono essere retribuiti per intero e regolarmente". E’ stato deciso così lo stato di agitazione con blocco degli straordinari e dei tempi aggiuntivi di lavoro richiesti e un pacchetto di 8 ore di sciopero con le prime 4 ore che saranno effettuate il 30 aprile. "In assenza di riscontri positivi siamo determinati a proseguire con la mobilitazione per respingere l’attacco al salario e alle tutele dei lavoratori e per non creare un pericoloso precedente sul nostro territorio", chiosano Alessando Conforti (Cgil), Massimo Sarino (Uil) e Simone Selmi (Usb).
C. B.