SIMONE CIONI
Cronaca

Addio a Giacomo Simoncini. Per 20 anni l’anima del Pg93

Centinaia i messaggi di cordoglio pervenuti alla famiglia e per i quali Il figlio Andrea ringrazia tutti

Centinaia i messaggi di cordoglio pervenuti alla famiglia e per i quali Il figlio Andrea ringrazia tutti

Centinaia i messaggi di cordoglio pervenuti alla famiglia e per i quali Il figlio Andrea ringrazia tutti

Classe 1937, si è spento a Empoli Oreste Simoncini, che dal 1970 al 1991 ha lavorato al Pg 93, il famoso locale di Spicchio-Sovigliana che ha fatto ballare generazioni di empolesi. "All’anagrafe è Oreste, in onore del padre defunto che non ha mai conosciuto – racconta il figlio Andrea –, mentre Giacomo è il secondo nome, con cui cominciarono ben presto a chiamarlo tutti, a partire da sua madre, per evitare il dolore nel ricordare il marito defunto". Un empolese doc molto conosciuto "come testimoniano le centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto non appena si è sparsa la voce della sua morte" conferma il minore dei suoi tre figli. "Babbo è rimasto nel cuore di tante persone è questo mi rende orgoglioso, anche perché ha sempre amato il suo lavoro, avendo una parola giusta per tanti giovani di quegli anni. A noi ha insegnato l’educazione e il rispetto delle persone". Una vita vissuta insieme alla moglie Luana, che ha sposato a 20 anni quando lavorava come cameriere ufficiale sulle navi da cargo, stando lontano da casa anche cinque o sei mesi l’anno.

"Poi è stato a Firenze alla mensa dei ferrovieri, arrotondando nel week-end come cameriere in vari locali della zona compreso il Pg 93 – ricorda Andrea – , dove ben presto il suo lavoro fu così apprezzato dai due proprietari che ne fecero il direttore di sala e noi ci trasferimmo ad abitare nell’appartamento vicino alla discoteca". Simoncini da tre anni era affetto da Alzheimer. "Nel corso dei mesi è stato poi colpito anche dal Parkinson – dice il figlio – e non nascondo che abbiamo passato un periodo molto complicato, in cui lo abbiamo visto consumarsi pian piano. Per questo ringrazio sinceramente le badanti, che ci hanno aiutato moltissimo". A tratteggiare il profilo di Giacomo Simoncini è chi lo ha conosciuto da vicino durante gli anni del Pg 93, Freddy Lavezzo. "Era il cuore e l’anima del Pg 93 – ricorda – Era l’uomo di fiducia della proprietà, il responsabile di tutto ciò che veniva svolto dentro il locale sia a livello artistico che organizzativo. Prima l’ho conosciuto da frequentatore della discoteca, poi quando ho intrapreso la carriera di organizzatore di serate nei locali, ho iniziato a lavorarci insieme. Mi ricordo ancora quando ci chiamava scherzosamente ’i moderni’ perché da ventenni portavamo già il modo di lavorare degli anni Novanta: pubbliche relazioni, dj famosi, artisti, liste per entrare. Lui era intelligente, capì subito il vento dei cambiamenti". Tanti gli aneddoti per Lavezzo, tra cui la prima grande festa di Halloween organizzata nell’Empolese nel 1990. "Quando gliela proponemmo ci disse ’che è questa americanata? Gli si è insegnato noi il ballo!’". "Poi, però, si fidò e fu un successo – ricorda Lavezzo –. A me ha insegnato tanto, per esempio che nel mondo della discoteca non conta tanto il nome dell’artista o chi c’è in consolle, ma l’atmosfera che si riesce a costruire. Quando uno entra si deve sentire a casa". "Simoncini per me era un’istituzione, non mi sarei mai permesso di chiamarlo Giacomo" racconta ancora Lavezzo, che lo ha rincontrato alla serata-ricordo del 2015. "Aveva un altro modo di vivere la notte, ma era aperto a tutto – conclude – e per quello che ci ha insegnato, per come si è comportato con noi, era il direttore artistico severo, ma giusto".

Simone Cioni