ELISA CAPOBIANCO
Cronaca

Travolta dalla frana, il dramma nel suo racconto: "Aggrappata solo a una radice. Sono salva per miracolo"

L’intervista a Federica Candido: "Sono caduta insieme a un pezzo di collina. Ero sicura di morire"

Federica Candido mostra le scarpe coperte di fango che indossava nel momento in cui è stata travolta dalla frana; a destra via Pistoiese, la strada chiusa per frana (foto Germogli)

Federica Candido mostra le scarpe coperte di fango che indossava nel momento in cui è stata travolta dalla frana; a destra via Pistoiese, la strada chiusa per frana (foto Germogli)

Vinci (Firenze), 23 marzo 2025 – Cammina ancora a fatica con la schiena piegata dal dolore. Federica Candido, la 48enne spezzina travolta dalla frana venerdì sera mentre rincasava a Vinci, ha una sola certezza: poteva morire. Si è salvata per miracolo grazie alla nonna che "veglia sempre" su di lei dal Cielo, grazie ai vigili del fuoco, ai soccorritori e grazie al personale sanitario dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, a quegli angeli in camice che hanno riscaldato" il suo corpo sprofondato a 34 gradi in un gravissimo stato di ipotermia. Ricoverata in codice rosso, ora è fuori pericolo.

Che cosa ricorda dell’incidente? Come è successo?

"Abito da un mese in via Pistoiese dove mi sono trasferita per lavorare (in Valdinievole e a Montecatini), ma ho dovuto lasciare la casa quattro giorni fa dopo la chiusura della Sp13 per il maltempo della scorsa settimana. Alle 21 di venerdì ho deciso di farci un passaggio per recuperare alcuni documenti e dare da mangiare ai gatti. Ho imboccato la strada di proprietà e mi sono trovata davanti un grosso albero caduto. Mi sono spaventata e ho pensato fosse più prudente passare dalla via ’battuta’ a livello superiore perché mi sembrava più sicura, invece camminando a un certo punto ho sentito la terra venire a mancare sotto ai miei piedi".

Ha avuto subito la sensazione che il suolo stesse cedendo?

"Sì. E io giù con il terreno. Mi sono trovata letteralmente dentro alla frana. Ho iniziato a scivolare, sommersa dal fango e dai detriti. Non vedevo più niente. Ho pensato al fiume che scorre in fondo al bosco e ho immaginato che sarei morta così, precipitando in acqua insieme a quella gigantesca massa. Sono caduta per 15 metri cercando di aggrapparmi a qualcosa. Sono riuscita ad afferrare un ramo, ma la mano bagnata non ha tenuto la presa e ho continuato la mia corsa verso il basso sempre più convinta che non ne sarei uscita viva. Poi però sono rimasta appesa a una radice: ho cercato il modo per ancorarmi meglio che potevo con il braccio resistendo al peso della terra bagnata. Dal suolo sgorgava l’acqua".

È riuscita a chiamare da sola i soccorsi. Come ha fatto?

"Mentre ero aggrappata con tutte le mie forze alla radice con la mano libera ho iniziato a scavare per raggiungere la tasca dove avevo il cellulare. Sono serviti molti tentativi prima di riuscirci. Il tempo passava, credo di essere rimasta in quella posizione almeno 30-40 minuti. Quando non ci speravo più ce l’ho fatta. Ho chiamato il 112 dicendo all’operatore che ero sotterrata dal fango con le gambe e il bacino, che ero stata inghiottita dalla frana. Ho cercato di spiegare dove mi trovavo sebbene non fosse facile. Prima che la batteria si scaricasse del tutto ho avvisato anche il mio compagno dicendogli che stavo morendo. Mi sono messa a pensare a mia nonna e ho aspettato".

Poi il miracolo, con l’arrivo di vigili del fuoco e soccorsi…

"Appena ho avvertito le sirene mi sono messa a urlare come mi avevano detto dal 112 per farmi trovare più rapidamente. L’intervento di salvataggio è stato molto complicato. Ricordo che un pompiere mi teneva sospesa, mentre altri scavavano per togliermi la terra che mi aveva ricoperto gran parte del corpo. Dopo avermi liberata, mi hanno immobilizzato temendo fratture gravi. A quel punto non sentivo più niente, soltanto un freddo indescrivibile perché ero già in ipotermia. Mi hanno portato in ospedale dove hanno dovuto tagliare i vestiti intrisi di fango. Ho saputo che all’una di notte la mia temperatura corporea è scesa a 34 gradi. Sono salva per miracolo, sì. Ringrazio chi mi ha soccorso e i medici del San Giuseppe. Ora voglio capire cosa è successo e perché: quanto vale una vita umana?".