
"La Corte territoriale ha correttamente posto in luce l’intensità del dolo manifestato dagli imputati in occasione dei fatti addebitati e la loro pronta adesione alle condotte violente ed aggressive scaturite dall’incontro con il gruppo di persone che manifestavano sui temi del lavoro". E’ un passaggio con cui la Corte di Cassazione manda definitiva la sentenza con cui corte di appello di Firenze ha confermato il giudizio di primo grado, che aveva condannato Tommaso Ceccarelli, 31 anni, originario di Empoli e Ivo Mirko Solimena, 27 anni di Bagno a Ripoli, ritenendoli responsabili di lesioni aggravate e minacce gravi. Per entrambi la condanna è a sei mesi di reclusione. La difesa aveva sostenuto, trai altri motivi, che il fatto sarebbe stato occasionale "in quanto dovuto ad un incontro fortuito tra gli imputati ed il gruppo delle persone aggredite; per altro verso le lesioni subite dalle persone offese erano di lieve entità". Inoltre la difesa dei due giovani aveva lamentato agli ermellini "l’entità della pena irrogata" a fronte, "dell’incensuratezza e la giovane età di entrambi gli imputati, dei quali Solimena era all’epoca infraventunenne, e l’allontanamento fin dal 2017 dal movimento Casa Pound". I giudici di legittimità al riguardo, analizzando il ricorso, hanno rilevato tuttavia come la Corte territoriale abbia sottolineato "la gravità della condotta in relazione alle espressioni minatorie usate (minaccia di morte) ed alla violenza con uso di strumenti atti ad offendere, nonchè il numero significativo - tre - di persone che subirono lesioni in quel frangente". Con il rigetto del ricorso arriva anche la condanna alla refusione delle spese sostenute dalle parti civili nel giudizio di Cassazione.
Carlo Baroni