Empoli, 4 agosto 2022 - Pugni in testa, calci in ogni parte del corpo. Anche un ginocchio piantato alla gola, mentre l’altro andava giù duro con i cazzotti. Due contro uno, di cui "l’uno" è a terra, schiacciato fra l’asfalto, il tronco di un albero e i corpi di due uomini, un adulto e un ragazzo, vestiti casual, uno in polo, l’altro in maglietta. È una violenza inaudita quella vista ieri in piazza Don Minzoni a Empoli, in pieno giorno. Cosa abbia scatenato quella follia non è dato sapere, ma quella furia rabbiosa aveva tutte le caratteristiche di un pestaggio. Quasi a voler fare scontare al giovanotto ormai a terra e immobilizzato, qualche sgarbo. Nessuno sa quale sia stata la scintilla che ha innescato le botte, perché la gente del quartiere è abituata a passare dalla piazza a passo spedito e con l’occhio che guarda lontano, per non avere guai. Ma questa volta ha dovuto fermarsi per le grida del ragazzo biondo che si levavano forti e strazianti. Così si sono aperte le finestre dei palazzi.
"Basta, lo ammazzate" e, poi, urla a perdifiato dalla strada, dalle finestre, per intimare ai picchiatori di smetterla. Qualcuno ha allertato le forze dell’ordine, mentre altri scendevano in strada, mentre tornavano davanti agli occhi le immagini di Civitanova Marche dove, pochi giorni fa, un uomo è morto in strada, ucciso da una scarica di botte e follia. Diciamolo subito: qui il colore della pelle non c’entra nulla. Tutti ’bianchi’, sia i picchiatori sia la vittima, un altro dei tanti che spesso frequenta la zona. Qui è violenza pura, qualsiasi sia la causa che l’ha scatenata.
Urla a perdifiato dei passanti, dicevamo, ed è stato solo allora, che sentitisi osservati gli autori del pestaggio si sono allontanati. A piedi. A passo spedito. Uno davanti all’altro. A dire il vero, la giovane donna che era con loro, maglietta rosa, pantaloni neri e i capelli raccolti in una coda, aveva già tentato di fermare i due picchiatori, ma tirava via uno e ricominciava l’altro. Non si sa chi siano, ma a vederli – assicura chi ha assistito – potevano sembrare una famiglia: babbo e figli.
La piazza ha le telecamere di sorveglianza e le immagini sono già al vaglio della polizia che quando è arrivata non ha trovato il terzetto in fuga. Ma ha trovato il biondino con la maglietta strappata e il volto segnato dalle botte. Sono partite le indagini, presto sapremo.
Anche qui, come a Civitanova Marche non sono mancati i cellulari accesi a filmare quella violenza non per chissà quale ’ambizione social’, ma per non lasciare passare sotto silenzio quanto stava accadendo. Per non garantire l’impunità a nessuno. Per dire "basta". Ciò non toglie che le decine di ragazzi extracomunitari che da sempre stazionano sulle panchine di questa piazza che apre le porte, su un lato, alla stazione ferroviaria e, sull’altro, al centro città non si sono mossi, abituati a "farsi i fatti propri". Non è la prima volta che piazza Don Minzoni fa da palcoscenico a risse che di solito scoppiano fra i ragazzi che passano qui il loro tempo – qualcuno spacciando droga, altri a riempire il vuoto delle loro giornate –, ma certo è che la situazione sta diventando intollerabile. E che l’escalation di violenza a cui stiamo assistendo dovrebbe portare a riflessioni serie.