Aggressione per strada: "Niente è cambiato finora"

Lo sfogo della giovane vittima di Torre, due anni dopo l’episodio-choc. Tre uomini usciti dal bosco la schiaffeggiarono e cercarono di palpeggiarla.

Aggressione per strada: "Niente è cambiato finora"

Le indagini scattarono subito

La ragazza, allora 24enne, venne aggredita a Torre mentre stava per rientrare a Le Vedute dove vive. La giovane, mentre si dirigeva verso casa in macchina – raccontò agli inquirenti – vide un uomo fermo a piedi nel centro della carreggiata e si fermò. Era una trappola: l’uomo, insieme ad altri due usciti dalle zone boschive, si avvicinarono, lei chiuse le portiere, ma un finestrino era rimasto aperto e da lì uno di loro riuscì a entrare nell’abitacolo col busto: la ragazza venne schiaffeggiata, strattonata, poi cercarono di aprirle la camicetta, strappandole il primo bottone, con l’obiettivo di palpeggiarla al seno.

La salvezza della ragazza fu l’arrivo di un’altra macchina che mise in fuga i tre soggetti – pare di origine extracomunitaria – che a quel punto diventarono fantasmi dentro il bosco dei pusher e dei pendolari della droga e dei furto. Era il primo settembre 2022 e iniziò un’indagine per violenza sessuale e lesioni. "Sono passati due anni dal giorno che ha inevitabilmente cambiato la mia vita – racconta oggi la vittima –. Un giorno che per tanti è stato solo un brutto fatto di cronaca, che per alcuni ha lasciato il segno per un po’, ma che alla fine, come spesso accade, è finito del dimenticatoio". "Non mi sono mai esposta, mi sono limitata a rispondere con un semplice “sto bene” a chi chiedeva e sono rimasta a guardare nel mio angolino con la speranza di avere giustizia – prosegue –. La mia famiglia lo ha fatto per me, ha combattuto per me con l’aiuto di numerosi cittadini che vivono nel parco delle Cerbaie. Cosa è cambiato in questi 731 giorni? Niente".

"Eppure io in quei boschi ci ho passato l’infanzia. Ricordo come fosse ieri quando prendevamo le nostre biciclette e con babbo andavamo in giro per le strade, quando ancora quei boschi erano privi della mano dell’uomo. Fallo adesso.Qual’è la cosa giusta da fare? Mettersi l’anima in pace perché non cambierà mai niente? – conclude lo sfogo –. Andatelo a dire a chi ci ha rimesso di mettersi l’anima in pace, venitelo a dire a me. Una piccola parte di me spera ancor; una grande parte di me è consapevole che nessuno farà mai niente".

Carlo Baroni