Aggressioni al personale sanitario. Il caso in psichiatria a Empoli: "Serve una vigilanza rafforzata"

Marco Cordone (Lega e presidente dell’associazione ’Dalla parte di Abele’) chiede chiarezza: "Vorremmo sapere se nel reparto esistevano le condizioni strutturali di sicurezza e controllo"

Aggressioni al personale sanitario. Il caso in psichiatria a Empoli: "Serve una vigilanza rafforzata"

Agenti della polizia di Stato durante un intervento in ospedale (foto d’archivio)

Empoli, 23 agoato 2014 – Marco Cordone, esponente della Lega a livello provinciale e presidente e fondatore del comitato ’Dalla parte di Abele’ è una voce autorevole in materia. E in questa doppia veste interviene sul rapporto fra psichiatria e sicurezza e chiede chiarezza sui fatti accaduti tra venerdì 16 e lunedì 19 agosto nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Giuseppe, quando un soggetto – da quanto ricostruito – avrebbe aggredito un’altra paziente, una guardia giurata e un’infermiera.

Vicenda che poi si è conclusa con l’allontanamento dalla struttura del paziente psichiatrico che poi è stato recuperato rapidamente dalle forze dell’ordine. "Il fatto ha creato grande apprensione nella città", dice Cordone. "Intervengo nella doppia veste di esponente della Lega e di figlio di una vittima della criminalità. Vorremmo sapere se il paziente era già noto all’unità operativa di psichiatria e se avesse avuto dei precedenti ricoveri – spiega Cordone – . Inoltre, vorremmo sapere se nel reparto in questione, esistevano al momento dei fatti, le condizioni di sicurezza e di vigilanza, atte a evitare la fuga del paziente e possibili danni al personale, a terzi e a cose". "Infine, vorremmo sapere come ha fatto il soggetto – prosegue – a sottrarsi all’assistenza e alla vigilanza, raggiungendo l’ambiente esterno all’ospedale".

Cordone, lo ricordiamo, ha fondato l’associazione in quanto figlio di Antonio Cordone, il pensionato ucciso con una calibro 38 a Firenze il 26 dicembre 1989. Fu quello il delitto di Santo Stefano che, allora, gettò nel terrore Firenze. L’aggressione avvenne contro un uomo che passeggiava tranquillamente, una passeggiata come sempre. "Il suo assassino si scoprirà poi che era un soggetto paranoide che aveva ucciso perché credette di essere stato guadato male", dice Cordone.

Lo stesso soggetto fu poi individuato come colpevole dell’uccisione anche di due carabinieri a Siena. "Il nostro interessamento alla vicenda di Empoli – spiega Cordone – è perché è sempre più frequente il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario e non solo a quello, ed è evidente la necessità di maggiore sicurezza nei reparti ospedalieri e in quelli psichiatrici in special modo". "Necessaria una vigilanza alta – spiega Cordone, entrando anche in un contesto più generale –, ancora di più nelle strutture dove i soggetti psichiatrici si trovano in misura di sicurezza".

Carlo Baroni