Al Beat in sedia a rotelle: "Combattiamo le barriere"

Selva Romanelli racconta: "Mi hanno assegnato un posto nel prato, un rischio". La risposta degli organizzatori: "Esiste un’area disabili correttamente indicata". .

Al Beat in sedia a rotelle: "Combattiamo le barriere"

Selva Romanelli ha sollevato il problema delle barriere durante i concerti

Tra gli spettatori del live dei Marlene Kuntz c’era anche lei: 43 anni, appassionata di musica e assidua frequentatrice di concerti. E’ stato il primo Beat in sedia a rotelle per Selva Romanelli, originaria di Vinci, affetta da sclerosi multipla, malattia invalidante che non le impedisce di dedicarsi a quel che ama di più, ovvero la musica. Ma i concerti, oggi, sono davvero accessibili? "Ho comprato un biglietto per disabili - si sfoga la donna, delusa per quanto accaduto - Mi aspettavo di trovare una pedana rialzata: essendo seduta su una carrozzina, con le persone in piedi davanti a me non avrei avuto visibilità". E così è stato. "Il posto assegnato era nel prato, insieme a tutti gli altri. Un posto non sicuro, segnalato da un semplice cartello attaccato alla recinzione, su un lato del prato, che non mi ha permesso di vedere il concerto". Un’area disabili dal punto di vista della donna, non idonea. "Partecipo a una decina di concerti l’anno ma è la prima volta che mi capita una cosa del genere". Il focus della protesta? La sicurezza. "Avere una postazione staccata dagli altri è importante in caso di evacuazione. Ci sono dei protocolli: se ci fosse un’emergenza - spiega la donna - il disabile verrebbe travolto dalla folla. Ecco a cosa serve creare una zona di sicurezza. In ippodromi, in altri parchi, a Milano, Roma, ho sempre trovato pedane conformi alle mie esigenze".

Il biglietto è stato acquistato sulla piattaforma Dice al costo di 31,50 euro con accompagnatore gratis. Ma una volta arrivata sul posto, Romanelli si è ritrovata con le spalle alla transenna e tanti giovani in piedi davanti a lei. "Ho provato a contattare chi mi ha venduto i biglietti, senza successo. E gli steward presenti non hanno saputo darmi spiegazioni". Puntuale invece è arrivata la risposta dello staff Beat 15, secondo il quale è tutto nella norma. "Esiste un’area disabili correttamente indicata in una parte del Main Stage - fanno sapere gli organizzatori - Una postazione che, data la conformazione della zona permetta buona visibilità".

Non ci sono obblighi di legge per quanto riguarda la sistemazione di pedane. Pare non ci siano errori o vizi di forma, dunque. La questione è proprio questa. Non esiste una legge, a oggi, che regolamenti la materia. Lo sa bene Simona Ciappei, 43enne di Pisa in sedia a rotelle dal 2016, che ha creato ’Sotto il palco anche io’ una pagina Facebook (seguita da più di 20mila persone) per sensibilizzare sulla tematica. Una battaglia che porta avanti anche Selva Romanelli. Spesso le persone disabili non hanno possibilità di scelta: i posti sono quelli predisposti dall’organizzazione. Penalizzanti nella maggior parte dei casi, come testimoniano i racconti raccolti dalla community. Ha fatto notizia anni fa la condanna della Fondazione Arena di Verona e Vivo Concerti per condotta discriminatoria ai danni di una spettatrice in carrozzina che, dalla postazione assegnata, non aveva potuto assistere al concerto. Il tribunale ha stabilito che l’Arena dovrà dotarsi di una pedana rialzata. E sono diversi i casi al vaglio.

Ylenia Cecchetti