Certaldo (Firenze), 13 aprile 2025 – Quattro aceri rossi e un salice. Cinque alberi come le lettere del suo nome, come i valori di amore, amicizia, rispetto, giustizia ed empatia. «Cinque come le piaghe del Signore, come i pilastri della fede musulmana. E come le coltellate che ce l’hanno portato via». Al Parco Liberatutti di Certaldo sono spuntati alberi nuovi a rappresentare un futuro migliore, da costruire con la forza della memoria e il coraggio di lottare contro ogni forma di violenza. Alberi simbolo di tenacia, alberi per ricordare un amico.

In omaggio a Maati Moubakir, il 17 enne certaldese ucciso a coltellate all’alba del 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio, dopo una serata passata in discoteca. Un angolo verde con due panchine blu dove sedersi, parlare, ritrovarsi. L’idea di «Cinque alberi per te» è del comitato «A-Maati -Maati vive», un’iniziativa in memoria del giovane, il cui assassinio, per un presunto scambio di persona, ancora scuote le coscienze. E così amici e familiari hanno scavato, innaffiato e sistemato le piante nuove. «Un gesto che sfida il tempo, un messaggio di speranza e di resilienza - hanno detto dal comitato - per tutti coloro che hanno affrontato una perdita, ma che continuano a coltivare il valore sacro della vita».
A coordinare le operazioni, Farid Moubakir, il padre di Maati, insieme agli altri figli Nabil, Fuad, Halima, alla mamma di Maati, Silvia, e ai nonni. «Il salice tende i rami in basso per aiutare colore che hanno bisogno», si legge sulla targhetta. «Ogni posto, ogni situazione ci parla di lui - è il ricordo di Farid - All’inizio c’era il dolore della perdita, ora c’è quello della mancanza. Chiediamo con forza giustizia, ma vogliamo anche far capire ai giovani i valori della vita. Abbiamo scelto il salice perchè ci ricorda Maati. Ci piace pensare alla chioma folta che crescerà, come ai suoi ricci». Radici aggrappate alla terra e fronde tese verso il cielo.
«Un albero per raccontare una storia che ha unito una comunità intera - è il pensiero di mamma Silvia - Come una giovane pianta spezzata prematuramente, Maati ha lasciato un’impronta indelebile nelle vite di chi l’ha conosciuto». E sono tanti infatti a riempire il parco, con indosso magliette bianche e in mano mazzi di iris viola, «in omaggio all’amore di Maati per la squadra del cuore, la Fiorentina». Puzzle di foto, momenti di vita e di spensieratezza. «Ci siamo noi insieme da piccoli - dice commosso Gianluca, amico d’infanzia - E c’è l’ultima foto scattata a un compleanno. Ci manca il suo buonumore, Maati ci ha insegnato a vivere col sorriso. Per lui, vogliamo mandare un messaggio positivo, fare altro male non serve».
Tanti gli interventi oltre a quello dei sindaci di Certaldo e Castelfiorentino, le parole dell’assessore alle politiche sociali di Campi Bisenzio. «Siamo tutti cittadini di una comunità allargata che oggi condivide una sofferenza e una ferita ancora aperta. Serve una presa di responsabilità collettiva». Per la benedizione, don Rolando Spinelli. «Siamo all’inizio della settimana santa - ha detto il parroco di Certaldo -. Un segno chiaro di volontà di resurrezione. La morte può schiacciare, portare odio, oppure farci rimettere in cammino e offrire speranza: a noi adulti e ai giovani che hanno bisogno di essere accompagnati. Siamo qui cercando di costruire un mondo dove i ragazzi abbiano il desiderio di bene e non un senso di vuoto». Infine, loro, i ragazzi uniti in un abbraccio. «Ti promettiamo, Maati, che questo sarà per noi un luogo di ritrovo. Sei in altri cieli, dove abitano gli arcobaleni, dove non arriva mai l’inverno, dove le rose nascono senza spine. Ma saremo di nuovo amici, un giorno. Ora vediamo te nell’albero e così ci terremo in contatto. Per parlarti verremo qui, accarezzeremo le foglie e sentiremo la tua voce. L’amore è più grande dell’assenza. Buon vento, Maati».