GABRIELE NUTI
Cronaca

Alla giustizia serve coscienza. Bene e male, parole manzoniane

"Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia". Lucia, l’Innominato e i Promessi Sposi.... CLASSI 3^ F E G SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI FUCECCHIO.

Disegno sulla giustizia riparativa realizzato dalle 3^ F e G di Fucecchio

Disegno sulla giustizia riparativa realizzato dalle 3^ F e G di Fucecchio

FUCECCHIO

È umile, contadina, tenace, innocente Lucia, ma il suo accorato richiamo alla voce della coscienza induce l’Innominato a ripercorrere la sua vita, a pensare alle scelleratezze compiute, al male fatto, ai disordini creati e tutto questo lo inquieta.

Le parole del Manzoni sembrano scritte per essere utili proprio oggi, nella nostra crudele società, dove forse la coscienza non esiste più, dove la giustizia ha perduto la sua collocazione, dove la violenza ha preso il sopravvento.

Abbiamo più volte analizzato il significato di giustizia, leggendo in classe brani, articoli di giornale, guardando film e documentandoci sul ruolo dei giudici, dei magistrati, delle forze dell’ordine. Alla fine però ci siamo chiesti quale giustizia può essere possibile se non vi è più la capacità di amare, di riflettere, di fermarsi, di provare pietà, di donare altruismo, di essere compassionevoli?

La vera faccia della giustizia parte dall’individuo che abbia un senso civico e che sappia sentirsi responsabile delle proprie libertà per cogliere il limite che segna il confine del rispetto sull’altro. Quante volte le parole che Lucia rivolge all’Innominato potrebbero essere usate su coloro che dominano con il male perseverando in comportamenti scellerati e violenti: ci vengono in mente le guerre, le violenze di adolescenti su altri adolescenti, i femminicidi, gli omicidi, i genocidi.

I Promessi Sposi appaiono come un romanzo scritto oggi per rappresentare i volti dell’umanità, ma nella realtà attuale purtroppo le coscienze non ascoltano se stesse e non vi è più la capacità di commuoversi e purtroppo non sempre il bene vince sul male.

Immaginiamo quante volte, di fronte a minacce di ogni tipo, le vittime di ingiuste violenze, abbiano supplicato pietà, ma forse non venivano udite quelle suppliche.

La nostra riflessione, quella di noi ragazze e ragazzi delle classi terze F e G della scuola Secondaria di primo grado di Fuecchio, parte dalla volontà di trovare una spiegazione alle tante cattiverie che imperano sul mondo intero e rendono l’essere umano brutale, avido di potere e nemico di se stesso.

La notte dell’Innominato, da noi peraltro messa in scena, ci ha fatto riflettere sulla forza della semplicità e dell’umiltà, forza dettata da una grande fede, che hanno avuto la meglio sulla prepotenza. Vogliamo credere ancora nella redenzione dell’uomo, affinchè possa accorgersi in tempo delle proprie cattiverie. "Se potesse lei patir queste pene...".