REDAZIONE EMPOLI

Alla prova del Vinitaly. Lo spettro dei dazi non cancella le aspettative

Grande movimento e molto interesse per i prodotti del territorio alla più importante fiera italiana dedicata al vino e ai distillati che si è svolta a Verona "I buyer americani importanti c’erano, insieme a quelli europei e canadesi".

Lo stand del Consorzio Chianti all’ultima edizione del Vinitaly a Verona

Lo stand del Consorzio Chianti all’ultima edizione del Vinitaly a Verona

Il Vinitaly che ha appena chiuso i battenti ha avuto un argomento di discussione dominante, i dazi americani, e un clima caratterizzato da importanti presenze in termini di operatori del settore. Anche, e forse soprattutto, stranieri. La Toscana è stata presente a Verona al Vinitaly, la più importante rassegna nazionale di vino e distillati, con 450 espositori tra aziende, Consorzi e Camere di commercio. Un universo che riflette la complessità del territorio toscano e la sua storia, frutto di tradizione e capacità innovativa.

Nel visitare il padiglione dedicato alla regione, il presidente Eugenio Giani ha ricordato i numeri di una realtà fra le più articolate e importanti: 12.500 produttori e una superficie coltivata a vite di 61.431 ettari, dei quali oltre il 95% certificati DOC, DOCG o IGT e il 38% coltivato a biologico. "Numeri che fanno della Toscana una delle principali realtà italiane nella produzione ed esportazione del vino. Per questo i dazi ci preoccupano, ma siamo convinti che la qualità del nostro vino sia tale da sconfiggere anche la politica protezionistica. Dobbiamo tuttavia renderci conto che è importante che il pubblico, a partire dal Governo, possa sostenere i produttori, come avvenuto in Spagna, così che le aziende possano promuoversi nel mondo e lavorare al rinnovo dei propri vitigni".

Di numeri significativi parla anche il Consorzio Vino Chianti, di cui fanno parte le aree produttive di Montespertoli e del Montalbano. All fiera veronese, il bancone istituzionale del Consorzio ha accolto oltre 18.000 persone e servito più di 90.000 degustazioni. "Il Consorzio Vino Chianti - ha detto il presidente Giovanni Busi - torna da Verona con un bilancio solido e uno sguardo orientato al futuro. La qualità delle relazioni costruite, insieme alla forza identitaria del vino presentato, rappresentano la base per continuare a rafforzare la presenza del Chianti in Italia e all’estero, affrontando con coerenza e visione le sfide dei mercati globali". "I numeri ci danno fiducia – ha commentato Busi – la partecipazione al bancone e l’interesse ricevuti sono un segnale importante. Non è solo una questione di numeri, comunque, ma di attenzione verso la nostra denominazione e verso il lavoro dei produttori, che ogni giorno investono tempo, competenze e risorse per garantire un prodotto all’altezza".

Una considerazione condivisa da Emanuela Tamburini, titolare dell’omonima azienda di Gambassi Terme che produce vini dalle spiccate caratteristiche qualitative. "Rispetto al passato – osserva Emanuela Tamburini – mi pare ci siano stati più operatori di settore e meno eno-appassionati, e trattandosi di una fiera orientata al business è un dato positivo. In generale c’è stato molto interesse per le novità e i vini di qualità". I buyer statunitensi erano presenti? "Pochi, sicuramente meno degli anni scorsi, però quelli importanti, i più grossi, sono venuti. Così come sono venuti i buyer di Svizzera, Spagna, Germania, Gran Bretagna, nonostante le difficoltà create dalla Brexit. E, un po’ a sorpresa, anche quelli del Nord Europa, Svezia e Danimarca". Facile intuire come la politica protezionista dell’amministrazione Trump sia stato l’argomento più discusso. "I dazi sono stati il tema dominante – conferma Tamburini – ma non ci deve essere troppo allarmismo, bisogna capire come realmente si evolverà la situazione, se alla fine verranno messi e in quale percentuale. E poi ci organizzeremo di conseguenza. Se venissero confermati, si può progettare di intervenire sulle dinamiche del mercato, per esempio. Quello che non può mancare, comunque, sono aiuti dal governo, politiche di sostegno per supportare le cantine e i produttori".

Francesca Cavini