FRANCESCA CAVINI
Cronaca

Allarme per l’oro verde: dimezzata di netto la raccolta delle olive. Produttori in ginocchio

Giacomo Falchi, referente Cia per Firenze e l’Empolese Valdelsa: "Alla fine quello che resterà sarà un margine bassissimo di vendita. Mentre tutte le spese di coltivazione non saranno compensate"

La raccolta delle olive

Empolese Valdelsa, 18 ottobre 2023 – Una raccolta delle olive così anticipata è difficile da ricordare anche per chi si occupa di oliveti da sempre. E per scoprire le cause di questo fenomeno basta osservare quale è stato l’andamento climatico dell’annata: in una parola, disastroso. La conseguenza è che le stime al ribasso fatte prima dell’inizio della raccolta si stanno rivelando anche peggio del previsto, ferma restando in Toscana in generale e sul territorio in particolare la caratteristica a ’macchia di leopardo’ che non consente bilanci esatti finché la raccolta stessa non sarà finita.

"Sulle zone costiere – spiega il responsabile Cia dell’Empolese Valdelsa e dell’area fiorentina Giacomo Falchi – è andata forse un po’ meglio, ma nelle aree interne si parla di un dimezzamento della produzione di olive. I frantoi si aspettano conferimenti fra il 50 e il 60 per cento in meno rispetto all’anno scorso".

Ma cosa è successo?

"I problemi sono stati soprattutto durante l’allegagione, la fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura, fra maggio e giugno, con pioggia, freddo, qualche gelata. La trasformazione del fiore in frutto è stata compromessa poi la siccità prolungata ha dato il colpo di grazia".

Qualche consiglio davvero dell’ultimo minuto?

"Il mio suggerimento è di raccogliere subito, perché potrebbe esserci un attacco di mosca olearia che renderebbe inutilizzabili anche le poche olive che ci sono. Del resto è molto improbabile che a questo periodo dell’anno ci siano possibilità di migliorare la resa, quindi raccogliete tutto e subito".

Una raccolta così scarsa, che conseguenze avrà sul mercato dell’olio?

"Per forza di cose, il fabbisogno interno finirà per rivolgersi al mercato estero, spagnolo, greco, nord africano".

E i nostri produttori?

"Tolta la produzione per autoconsumo, avranno un margine bassissimo di vendita e si saranno comunque accollati le spese di coltivazione che non vedranno compensate".

Uno scenario che si prospetta penalizzante al massimo. Come Cia pensate di chiedere strumenti di sostegno alla Regione Toscana o a chiunque possa evitare di mandare in crisi i produttori di olive?

"Sì, certamente. Come associazione chiederemo che siano aperte possibilità di indennizzo, come è già successo per la peronospora della vite. E’ necessario capire e quantificare l’entità dei danni che i nostri agricoltori hanno riportato. La volontà c’è. Ma da qui a dire che gli indennizzi arrivino a tutti ci corre molto. I fondi, come si sa, sono sempre pochi. Il 26 ottobre saremo a Roma in piazza Santissimi Apostoli a manifestare per chiedere al governo che si attivi in modo concreto per tutelare gli agricoltori.

Come recita un vecchio adagio, gli agricoltori sono sotto le stelle e ultimamente dalle stelle arriva roba poco buona".

Quanti sono i produttori nella nostra zona? Si può ipotizzare di quantificare un danno?

"Le aziende olivicole della provincia di Firenze sono circa 4.000 e un po’ meno della metà sono dell’Empolese Valdelsa. Queste aziende nel 2022 hanno prodotto circa 4.800 tonnellate di olio extravergine di oliva. Nel 2023, nella migliore delle ipotesi, arriveranno alla metà di questa produzione. Quindi 2.400 tonnellate di olio in meno con un prezzo medio di 8 euro al chilo, fanno una perdita di 19,2 milioni di euro. E questo per la sola provincia di Firenze".