SIMONE CIONI
Cronaca

Il prodigio della panchina, a 14 anni allena la squadra Under 12: “Insegno ad accettare gli errori”

Alessandro Costoli, mister nelle giovanili dell’Avane, è tra i più giovani tecnici in circolazione: “I ragazzi mi rispettano sempre e ascoltano i miei consigli anche se tra noi c’è poca differenza d’età”

Alessandro Costoli, 14 anni, a colloquio con i ragazzi dell’Under 12 dell’Avane

Alessandro Costoli, 14 anni, a colloquio con i ragazzi dell’Under 12 dell’Avane

Empoli, 24 luglio 2024 – Di solito in qualsiasi sport un allenatore difficilmente ha meno di 30 anni, visto che in panchina si arriva dopo una precedente carriera agonistica più o meno lunga. Eppure ad Avane, storica società calcistica della frazione alle porte di Empoli, c’è un tecnico di appena 14 anni: Alessandro Costoli. Dopo la scuola calcio nell’Empoli e un anno da calciatore nel club giallonero, l’estate scorsa è entrato nello staff tecnico della categoria Under 12 (già confermato per il 2024-25), dove gioca pure il fratello più piccolo Matteo.

Alessandro, com’è nata la passione per allenare?

"Fin da piccolo sognavo di fare l’allenatore. Guardavo i match in tv e ammiravo gli allenatori per il loro ruolo, oltre che punto di riferimento per la squadra".

Com’è allenare ragazzi quasi coetanei?

"Mi diverte. Ho trovato un gruppo affiatato di ragazzi bravi e che mi rispettano. Mi piace allenarli e passare del tempo con loro perché abbiamo una buona intesa e riesco a farmi capire"

E con il fratellino come va? Ti dà ascolto?

"Matteo è sempre dalla mia parte, mi ascolta e accetta i miei consigli. Anche a casa ci capita spesso di parlare di quanto fatto in campo. Ho anche già preparato un piano di esercizi di allenamento e mantenimento in vista della prossima stagione".

Durante l’ultima annata hai incontrato Spalletti, Gilardino e Nicola, che esperienza è stata?

"Fantastica. Ho potuto vedere come lavora una squadra professionistica e i mister mi hanno dato tanti consigli, tra i quali il più importante quello di accettare sempre gli errori e ripartire da quelli per migliorarsi"

Qual è il modello?

"Mi piace da sempre il gioco di Guardiola, un gioco molto offensivo che permette di attaccare molto e di essere sempre pronti all’azione. Alcune volte però penso che in questo momento nel calcio ci siano troppi schemi e tattiche, che possono limitare il gioco del ragazzi".

Il sogno nel cassetto?

"Riuscire a vincere la Champions League, magari con l’Inter (sorride), di cui sono tifosissimo per tradizione di famiglia".

Come si conciliano sport e studi?

"Inizierò un nuovo percorso al liceo scientifico, sicuramente impegnativo e dovrò studiare tanto. Ma sono pronto e carico per affrontarli entrambi".

Di recente hai vinto anche il premio di miglior allenatore al torneo di calcio a 7 ’Oratorio Sant’Andrea’ per la categoria 2012-13...

"Ringrazio la società Avane, che mi ha permesso di realizzare tutto ciò, e in particolare i mister con cui collaboro Paolo Bindi e Davide Bianucci. Infine, vorrei rivolgere un pensiero affettuoso al mio ds Carlo Zani, che da qualche settimana sta affrontando la partita più importante della sua vita, il quale è stato il primo a credere in me".