Castelfiorentino (Firenze), 24 ottobre 2024 – Sott’acqua sono finiti anche i cimeli antichi. La prima portantina a mano risalente al 1580, il carro funebre a cavalli, la “volantina” senza ruote. Pezzi di archivio, pezzi di storia, “della nostra storia. Oggetti ai quali, al di là del valore economico, siamo legati. Sono il nostro cuore”. A raccontarlo, prima di fare un resoconto puntuale dei danni, è il vice governatore della Misericordia castellana, Stefano Mattii. Mentre si cerca di ripulire gli spazi dal fango, il pensiero va anche a quegli oggetti costruiti con sacrificio da chi ha fatto la storia dell’Arciconfraternita. La speranza è di recuperare almeno qualcosa dal magazzino di via Curie, dove quasi tutti i capannoni sono stati sommersi.
Il deposito della Misericordia non è sul fronte strada ma nella zona interna, e per questo i locali, seppur danneggiati, non sono del tutto compromessi. “Utilizziamo il magazzino per il deposito dei mezzi; sono entrati 45 centimetri d’acqua che hanno investito un’ambulanza, due furgoni e un fuoristrada. Danni irreparabili non ne abbiamo avuti, fortunatamente. L’acqua è entrata nell’abitacolo dell’autoambulanza ma senza penetrare nella cella sanitaria. Ce la siamo cavata meglio di altri”. Danneggiata invece l’attrezzatura della protezione civile; compressori, taglia erba, frullini, motoseghe. Un elenco al momento in fase di revisione, con attrezzi che non ripartono, ma che forse possono essere ripristinati.
“Abbiamo seguito la filosofia che da sempre ci contraddistingue - prosegue Mattii- Prima gli altri, poi noi. Eravamo impegnati ad aiutare i cittadini alluvionati quando ci siamo resi conto che l’acqua stava salendo di livello anche nel capannone. Non siamo riusciti a raggiungerlo in tempo per spostare i mezzi”. Sono circa 60 i volontari della Misericordia di Castelfiorentino, una decina le persone impegnate in questi giorni nel gruppo di protezione civile. Mattii è nato nel 1966, anno dell’alluvione di Firenze. “E’ un destino. Quando siamo in emergenza - dice- sono il primo a partire”. E lo ha fatto spesso fuori dal confine, nelle Marche, a Campi, Prato e Faenza. “Il territorio aveva bisogno di noi stavolta, siamo dovuti restare a casa”, mentre prosegue il lavoro dei volontari delle Misericordie toscane nel Bolognese.
Sono un’ottantina i volontari toscani, inseriti nella colonna delle Misericordie attivata dal Dipartimento nazionale di protezione civile. In azione anche le Misericordie di Empoli e Montelupo Fiorentino. Il gruppo di Castelfiorentino è rimasto sull’emergenza locale, già nella giornata precedente all’esondazione dell’Elsa uscendo con la squadra per monitorare e perlustrare il territorio. “Siamo intervenuti sui primi allagamenti di via Ciurini, occupandoci dell’accoglienza alle famiglie evacuate. C’erano persone rimaste a piedi che abbiamo dovuto riaccompagnare a Certaldo“. Tra gli interventi più toccanti, quello a un’anziana. “La persona che si occupava di lei dandole assistenza era rimasta bloccata dall’acqua. Non riusciva ad attraversare la strada per raggiungere la signora. Le abbiamo ricongiunte e messe al sicuro. Risolvere certe situazioni riempie il cuore”. Prima gli altri, poi noi.
Ylenia Cecchetti