YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Alluvione Castelfiorentino, la conta dei danni. “Le nostre vite sotto il fango, non lasciateci soli”

L’appello di chi ha perso tutto in una notte: ieri la riunione per fare il punto della situazione. Dalla famiglia rimasta senza casa alla storia di Sabrina che deve lottare contro la malattia

Castelfiorentino (Firenze), 27 ottobre 2024 – Strade silenziose e sacchi di sabbia accatastati davanti ai capannoni, agli ingressi delle abitazioni e dei negozi, insieme ai detriti e al fango secco ancora da rimuovere. È come se fosse passato un tornado, con chili di merce che aspetta ancora di essere smaltita in una zona - quella alluvionata tra Petrazzi, Pettinamiglio e Malacoda - che cerca di risollevarsi. Nel weekend le aziende sono chiuse, i cantieri anche, la 429 meno trafficata e la viabilità più scorrevole. Riapre oggi Casadea, il negozio di casalinghi colpito dall’esondazione dell’Elsa, che nei giorni di massima emergenza aveva fornito gratuitamente alle famiglie in difficoltà detersivi, spugne e tutto l’utile per pulire.

La situazione a oltre una settimana dal disastro (Tommaso Gasperini/FotocronacheGermogli)
La situazione a oltre una settimana dal disastro (Tommaso Gasperini/FotocronacheGermogli)

Ieri invece si sono presi un momento i residenti di via Ciurini, per un incontro informale pensato per restare uniti, nonostante le avversità. Ci sono anche loro, una decina di famiglie, tra i firmatari dell’esposto che sarà depositato alla Procura della Repubblica di Firenze la prossima settimana. Esposto sul quale non si nutrono grandi speranze.

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“Brancoliamo nel buio. C’è una segnalazione, ma poi? Chi pagherà gli avvocati per avviare una causa legale? Un risarcimento ci spetta...”. Nel cortile dove fino a una settimana fa giocavano i bambini, la normalità non esiste più. E c’è la paura che “quando si spegneranno i riflettori sulla vicenda, nessuno si ricorderà di noi”, dicono gli inquilini. “Chi ha sbagliato, deve pagare”. Ne è convinta Moira Gorelli della ditta di autospurgo con sede amministrativa proprio in una delle zone più critiche, anche lei intervenuta all’incontro. Tanti i dubbi, tante le domande. “Se l’allerta fosse arrivata prima, avremmo salvato almeno qualcosa? Forse le auto. Quelle sono indispensabili”. “E perché non è stato fatto ancora niente per ripristinare e manutenere la fossa davanti a casa nostra?”. “La prima cosa che chiedo? – si sfoga un residente –. Una soluzione anche temporanea per la mia famiglia rimasta senza casa. Per ridare un minimo di dignità alle nostre vite. Ora poi, si va incontro al freddo”. Sono in tre e si stanno facendo ospitare da un parente.

L’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco e il camion travolto dall’acqua
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L’altra famiglia - quella composta da Ciro Esposito, sua moglie e due bambini - sta alloggiando in un albergo. “Abbiamo dovuto chiudere il contratto di locazione e come noi, altre due famiglie hanno dovuto farlo per inagibilità dei locali. Non sappiamo dove andare. Il Comune sta lavorando a una soluzione. Chiediamo solo certezza per i nostri figli”. C’è chi si organizza con passaggi offerti dagli amici per raggiungere il posto di lavoro, chi si trova a fare i conti con il trauma subito, con gli incubi e con i pensieri. “Dormi un’ora e al minimo rumore scatti. Ad ogni allerta riviviamo quell’evento maledetto. Stamani al mercato abbiamo cercato un paio di scarpe a buon prezzo perché il fango se le è portate via tutte - è dolorosa la testimonianza di Sabrina Massa -. Siamo tornati a casa, ma con tutte le difficoltà del caso. Senza auto, ed è un problema per me che sto affrontando le cure chemioterapiche a Pisa due volte alla settimana. Sono in mutua da un anno per le cure salvavita, con il 60% di stipendio, una casa disastrata, un affitto da pagare e una stima danni di circa 60mila euro”. Per la malattia, la donna proverà a rivolgersi alla Misericordia, per un aiuto per il servizio di trasporto fino a Cisanello. Anche Daniela Mancuso è sfollata. “Trent’anni di sacrifici spazzati via in mezz’ora. Avevo costruito un equilibrio: un lavoro, una macchina, un affitto, quel poco che bastava a darmi stabilità. Ora vivo da mia madre e non ho più nulla. Quella mattina sono stata svegliata dalle urla del vicinato. Nessuno poteva raggiungermi per via dell’acqua. Oggi mi ritrovo con almeno 20mila euro di danni sulle spalle e senza sapere che strada prendere”.