Alluvione, la querelle dei detriti: "Non sappiamo dove smaltirli. Adesso serviranno altre analisi"

Le discariche della zona si rifiutano di ricevere il materiale. Il Comune deve affidare un nuovo campionamento

Alluvione, la querelle dei detriti: "Non sappiamo dove smaltirli. Adesso serviranno altre analisi"

Un cumulo di detriti dopo l’alluvione dello scorso novembre (foto d’archivio). ; tra le zone più colpite ci fu l’area vicino al rio Ratto: ora è rebus su dove smaltire i fanghi

A seguito delle prime analisi effettuate nei mesi scorsi, non è stato possibile trovare un sito idoneo per lo smaltimento dei rifiuti fangosi analizzati in quanto le discariche della zona non hanno dato la loro disponibilità alla ricezione del materiale da smaltire. E il Comune di Capraia e Limite si è così visto costretto ad affidare a un laboratorio di analisi l’incarico per un nuovo campionamento dei rifiuti residui, per poterli smaltire in siti che ne prevedono il loro riutilizzo.

È la vicenda, non priva di tratti surreali, che riguarda il rio Ratto. O per l’esattezza, i detriti lasciati dall’alluvione dello scorso 2 novembre nella zona del corso d’acqua, in un’area fra le più colpite e danneggiate da quell’eccezionale ondata di maltempo. Adeguandosi alle disposizioni della Regione, il Comune aveva dato mandato una prima volta qualche mese fa di analizzare i residui rimasti da un primo intervento di rimozione, sulla base dei quali individuare le modalità di smaltimento. Ma non è a quanto pare stato possibile provvedere a rimuovere i fanghi, in assenza di un luogo in cui conferirli. Dovrà quindi essere la nuova indagine affidata ai tecnici di laboratorio tre giorni fa a dover indicare la via da seguire a questo punto.

Sempre in tema di danni causati dall’evento atmosferico dello scorso novembre, c’è infine la questione relativa alla ricostruzione del ’ponticino’ sul Lungarno danneggiato irrimediabilmente dalle intemperie: l’amministrazione aveva fatto sapere di aver incaricato uno studio per la progettazione dell’opera, ma che prima di redigere il progetto è tuttavia necessario verificare quale sia l’attuale battente dell’Arno e del Rio Botta.