SIMONE CIONI
Cronaca

Amore e mafia. L’opera dedicata al magistrato

Massimo Caponnetto e il suo spettacolo “Amuninni“. Andrà in scena domani sera alle 21.30 al Gat Teatro.

Massimo Caponnetto in scena con “Amuninni. Storia d’amore e di mafia”, dedicato al padre Antonino magistrato

Massimo Caponnetto in scena con “Amuninni. Storia d’amore e di mafia”, dedicato al padre Antonino magistrato

CASTELFIORENTINOTeatro impegnato domani sera alle 21.30 a Castelnuovo d’Elsa, dove il sipario del Gat teatro si aprirà su “Amuninni. Storia d’amore e di mafia“ di e con Massimo Caponnetto, per la regia di Chiara Riondino. Uno spettacolo dedicato al magistrato Antonino Caponnetto, padre di Massimo, che sfidò Cosa Nostra. Un racconto sull‘impegno civile e della vita privata della mente del pool antimafia di Palermo (formato, tra gli altri, anche da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) la cui attività culminò nel “maxiprocesso“ del 1986 che vide alla sbarra oltre 400 imputati. Tratto dal libro “C’è stato forse un tempo. La storia d’amore fra Nino e Bettina Caponnetto“, lo spettacolo si presenta come un ritratto di famiglia di Antonino, il magistrato fondatore del pool, di cui il figlio ripercorre, incrociandola, la vicenda privata e quella civile, simbolo di un’epoca travagliata nella storia dell’Italia repubblicana. L’amore tra Nino e la moglie Bettina, sbocciato a Pistoia negli anni Quaranta, è al centro della narrazione. Il loro esempio diventa un invito ad andare avanti, ogni volta che la vita ti mette di fronte a una prova. E di prove, Nino e Bettina ne dovranno affrontare molte. Alcune decisive per il loro destino personale, altre determinanti anche per la storia del nostro paese. Lo spettacolo di venerdì 21 febbraio fa parte della Rassegna teatrale promossa dal Gruppo Amici del Teatro di Castelnuovo (patrocinio del Comune di Castelfiorentino) ed è stato inserito al posto di quello con Paolo Migone, cancellato per un imprevisto. "Questo spettacolo – osserva l’Assessore alla Cultura, Franco Spina – racconta la vicenda umana di uno dei maggiori protagonisti nella lotta alla mafia negli anni Ottanta, e che anche dopo il ritiro dalla magistratura proseguì in modo costante il suo impegno in difesa della legalità, a partire dai giovani. Un esempio, dunque, di valori morali e di resistenza civile, di cui abbiamo il dovere di continuare a diffondere il messaggio e i preziosi insegnamenti tra le nuove generazioni".