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Antonella Questa: "La vecchiaia vista con ironia"

L’attrice sabato a Vinci al festival Multiscena. Lo spettacolo in piazza Masi a partire dalle 21.

Antonella Questa in una immagine di scena. L’attrice sarà a Vinci nel fine settimana con lo spettacolo «Vecchia sarai te!»

Antonella Questa in una immagine di scena. L’attrice sarà a Vinci nel fine settimana con lo spettacolo «Vecchia sarai te!»

Sarà l’uomo Vitruviano di Leonardo a fare da sfondo alla 37esima edizione del Festival Multiscena, promosso dal Comune di Vinci e organizzato dalla compagnia teatrale Giallo Mare Minimal Teatro, che sabato e domenica ospiterà in piazza Masi prima Antonella Questa con "Vecchia sarai te!" e poi Alessandro Benvenuti con "Pillone di me". Entrambi le serate iniziano alle 21 e sono a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo, gli spettacoli si terranno al teatro di Vinci. Autrice, regista e attrice, Antonella Questa fa ritorno a Vinci dopo un decennio. "Ci sono stata un po’ di anni fa e ci torno volentieri perché è un luogo molto suggestivo dove fare teatro".

Cosa si deve aspettare il pubblico?

"Nello spettacolo mettiamo in luce il tema della vecchiaia, visto da un’altra prospettiva. Interpreterò tutti e quattro i personaggi, tre donne di altrettante generazioni e un uomo di ottanta anni, che ci raccontano il proprio rapporto con il tempo che passa, il proprio corpo che cambia o, nel caso della nipote della protagonista, una ragazza di 25 anni, il tempo che scorre nella ricerca della propria strada, mostrando come nella nostra società sia difficile per i giovani affermarsi. Ma anche il tabù dell’amore in vecchiaia. È uno spettacolo in cui ci si diverte anche molto, basti pensare che la protagonista Ermida cerca di fuggire dall’ospizio in cui è stata chiusa".

E qual è il rapporto con la vecchiaia di Antonella Questa?

"Eccellente, lo spettacolo è ispirato a mia nonna di 96 anni e mezzo che mi ha insegnato il valore degli anni e io infatti sono orgogliosa dei miei 54 anni e mezzo. Anzi mi arrabbio quando mi chiamano signorina, perché nessuno di questi anni mi è stato regalato ma me li sono guadagnati tutti e ora punto decisa a raggiungere i cento".

Quanto è difficile portare sul palco temi così delicati e farli arrivare al pubblico?

"Molto, ma lo si può fare attraverso la chiave dell’ironia, sollevando il pubblico dal giudizio. Nella vita di tutti i giorni siamo costantemente giudicati, in primis da noi stessi e poi dalla società. Serve a me per raccontarle, perché comunque le storie che porto in teatro mi toccano da vicino, oltre che per trovare la giusta complicità con il pubblico".

Ha nuovi progetti in cantiere?

"In questo momento siamo impegnati in tournée con diversi spettacoli, però sì, per la stagione 2025-2026 sto lavorando a un paio di spettacoli: uno in cui tornerò da sola in scena e il tema sarà il denaro e una produzione più grande partendo da un classico".

In generale come sta il teatro?

"Dalla mia esperienza, e sono comunque in una posizione privilegiata perché ho una compagnia da vent’anni che sta continuando a lavorare tanto, direi in salute perché ho visto un aumento del pubblico, probabilmente in risposta alla povertà culturale che si nota negli altri mezzi di comunicazione, in primis la televisione. E questo è molto incoraggiante, a discapito dei pochissimi investimenti che vengono fatti in questo settore".

Nella sua vita ha vissuto per quasi 20 anni a Firenze, quale è il suo rapporto con questa terra?

"Firenze rimane la mia città di adozione, per me è casa. A Firenze ho molti amici, così come a Empoli e appena posso ci torno sempre volentieri. È un pezzo del mio cuore".

Simone Cioni