
L’attore Luigi D’Elia, interprete del monologo “Caravaggio. Di chiaro e di scuro”, domani sera. al Teatro del Popolo di Castelfiorentino
CASTELFIORENTINOLa vita di Caravaggio arriva in teatro grazie alla compagnia Inti. Domani sera alle 21 sul palco del Teatro del Popolo di Castelfiorentino Francesco Niccolini e Luigi D’Elia raccontano a modo loro un altro frammento della natura selvaggia che sta a loro tanto a cuore. Dopo “Zanna Bianca“, “Moby Dick“ e “Tarzan“, stavolta si allontanano dalla grande letteratura per sprofondare nella pittura più sublime e abissale, quella di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Hanno realizzato questo nuovo lavoro insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che per la prima volta si cimentano nella regia di un monologo. Tutti insieme provano ad attraversare l’epoca d’oro della cultura italiana ed europea, quel primo Seicento che ha visto sbocciare i capolavori e le rivoluzioni più grandi del pensiero, dell’arte e della scienza occidentale: Shakespeare, Galileo, Cervantes, Gesualdo da Venosa e appunto Caravaggio.Il testo ripercorre la storia di Caravaggio, dalla peste che gli porta via padre e nonno quando era bambino, alla fame e alla povertà da giovane pittore apprendista, fino al successo fulmineo e scapestrato tra litigi, risse, tentati omicidi, agguati in strada, ferite, denunce e un omicidio riuscito. Poi c’è la sua mano, che con la stessa facilità impugna il pennello e la spada, e lo fa con la medesima violenza. Una mano scandalosa che si muove impudica e irrispettosa: penetra la ferita nel costato di Cristo per l’incredulità di san Tommaso. Decapita Oloferne senza che l’occhio abbassi lo sguardo. Guida la mano del santo analfabeta per insegnargli a leggere e scrivere. Senza misericordia né resurrezione mostra la Vergine morta e gonfia. Dipinge calcagni neri, unghie sporche, sangue a fiotti, orrore, notte, pochissima luce e tanta strepitosa, meraviglia selvaggia.Caravaggio incarna perfettamente una inscindibile duplicità, tanto nelle sue tele, attraverso il colore e il buio, la sacralità dei temi e l’umanità dei corpi che la rappresentano, quanto nella sua vita, un intreccio di passioni, tradimenti, violenze e fughe.