Assalto al calzaturificio. Maxi commando in azione. Furgoni usati come arieti. Ma il colpo all’alba fallisce

La banda ha dispiegato 17 mezzi per bloccare le strade e sparso chiodi per garantirsi la fuga. Però non è riuscita a entrare nel caveau dell’azienda che lavora con la maison Hermes.

Assalto al calzaturificio. Maxi commando in azione. Furgoni usati come arieti. Ma il colpo all’alba fallisce

Il sopralluogo delle forze dell’ordine all’azienda (Tommaso Gasperini/FotocronacheGermogli). Sotto, i furgoni usati dai ladri

Un commando imponente di mezzi e uomini per tentare il colpo grosso. Perché grande e importante è l’azienda finita nel mirino, il calzaturificio “Freeland calzature“ di Fucecchio in via Giovanni da Verrazzano. E altrettanto blasonato il nome con cui il calzaturificio collabora: la griffe dell’extralusso, Hermes. La scena, apparsa ai titolari e alle forze dell’ordine, è degna di un action movie hollywoodiano: i malviventi – si stimano tra 25 e 30 le persone in azione – hanno bloccato con 17 mezzi, fra auto e furgoni, le strade d’accesso alla fabbrica, coprendo l’asfalto di chiodi per bloccare possibili inseguitori. L’allarme dell’azienda è scattato alle 4.32 ed è in quei pochissimi minuti d’azione che qualcosa – al vaglio dei carabinieri e dei reparti socializzati della scientifica dell’Arma – è andato storto, costringendo la banda a una fuga veloce, su altri mezzi già preparati per tagliare la corda. Il primo intervento ha trovato un intero isolato "blindato" dai ladri. Un’operazione che i malviventi, con tutta evidenza, hanno studiato a tavolino, probabilmente dopo accurati sopralluoghi su tutta la zona industriale dove insiste il più grande calzaturificio del Valdarno che conta oltre 300 dipendenti e produce scarpe di altissima gamma.

I danni, per il “Freeland“, sono ingenti: cancelli divelti, serrande sfondate e danni anche all’interno della produzione. La banda ha utilizzato alcuni mezzi come arieti per farsi largo sia nella struttura che ospita il magazzino sia in quella di fronte dove ci sono uffici e produzione. Ma qualcosa, appunto, è andato storto: ed è successo in quel breve lasso di tempo utile per fare razzia, prima che l’allarme facesse convergere le forze dell’ordine nella fabbrica.

I ladri non sono riusciti ad accedere al caveau dove sono custodite le scarpe pronte alla vendita e prima di fuggire hanno portato via solo qualche decina di scatole di scarpe, ma di quelle da ultimare. I sistemi di allarme dell’azienda, infatti, hanno funzionato come orologi svizzeri causando notevoli difficoltà ai malviventi soprattutto per il fumo sprigionato dal meccanismo anti intrusione. Tutto però era stato preparato per mettere a segno, forse, il più grande furto alla moda nella storia del Comprensorio. Secondo le prime risultanze d’indagine i ladri avevano fatto shopping di auto in concessionarie di Toscana, Marche ed Emilia Romagna, per reperire i mezzi necessari all’operazione. Al vaglio degli investigatori ci sono i filmati delle telecamere di videosorveglianza dell’azienda e della zona. I mezzi con i quali i ladri hanno bloccato le strade hanno causato notevoli disagi alla viabilità: nel corso della mattina, infatti, il transito che insisteva sulla Circonvallazione di Fucecchio-Sp11 e su viale Colombo è stato deviato su percorsi alternativi, ma non è stato possibile – fa sapere il Comune – garantire i servizi di trasporto pubblico locale e trasporto scolastico verso le frazioni di Ponte a Cappiano, Vedute, Querce, Pinete e Galleno. La viabilità è tornata alla normalità nel corso della mattina.

La sindaca Emma Donnini, ieri mattina, si è recata personalmente alla “Freeland“ e ha incontrato i titolari: "Ho espresso la mia vicinanza agli imprenditori colpiti da questo assalto – dice – e ringrazio le forze dell’ordine che si stanno adoperando nelle indagini".

Carlo Baroni