REDAZIONE EMPOLI

Bar anticipa la chiusura per protesta: "Due episodi violenti in due giorni. Così non riusciamo più a lavorare"

Due ubriachi seminano il panico al Jam Cafè. I titolari: "Siamo stanchi, le cose devono cambiare"

Due ubriachi seminano il panico al Jam Cafè. I titolari: "Siamo stanchi, le cose devono cambiare"

Due ubriachi seminano il panico al Jam Cafè. I titolari: "Siamo stanchi, le cose devono cambiare"

Due episodi violenti nel giro di due giorni. È stato un fine settimana al cardiopalma quello appena passato al Jam Café di Certaldo. Sabato un giovane ha dato in escandescenze alterandosi al rifiuto da parte del gestore della pasticceria di dargli ancora da bere onde evitare di superare il limite del famoso bicchiere di troppo. La situazione è degenerata e ha richiesto addirittura l’intervento dei carabinieri. Stessa cosa domenica, con un altro soggetto (anche questo, pare, già noto alle forze dell’ordine), che non ha preso bene l’invito di uno dei dipendenti del bar ad allontanarsi per continuare a bere altrove. L’uomo ha cominciato ad offendere, minacciare e seminare il panico. Due fatti che hanno esasperato i titolari della pasticceria artigianale di piazza Masini. "A causa degli avvenimenti violenti degli ultimi giorni abbiamo preso la triste decisione di chiudere alle 18, per tutelare l’incolumità dei clienti e dei nostri ragazzi. Il nostro è un grido di aiuto per continuare a lavorare con serenità come abbiamo sempre fatto".

È un messaggio amaro, quello condiviso da Gianni Galli e Raffaele Biotti, che 13 anni fa hanno aperto il Jam Café. Il locale chiuderà per ferie dal 12 al 18 agosto, ma contro ogni previsione si vedrà costretto da oggi ad abbassare le saracinesche alle 18 e non, come di consueto, alle 21,30. "Un segno di protesta - dicono Galli e Biotti - perché è l’unico strumento che abbiamo a disposizione. Non possiamo farci giustizia da soli. È un gesto per sensibilizzare la cittadinanza ma soprattutto le istituzioni". "Sabato - spiega Galli - abbiamo dovuto gestire una situazione complicata con un ragazzo ubriaco. Ci siamo opposti alla vendita dell’ennesima birra, ma lui continuava a prendere alcolici dal frigo senza pagare". La faccenda è presto sfuggita di mano. Il giovane si è sentito male, finendo per vomitare all’interno del locale. "È diventato violento, lo abbiamo accompagnato fuori barricandoci dentro per ripulire. Erano le 21, abbiamo chiuso in anticipo". Non contento, l’ubriaco ha scaraventato gli sgabelli contro la vetrata della pasticceria danneggiando le due porte di ingresso. In stato di agitazione, l’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine. E poi domenica, un altro avventore, stavolta straniero, non ha retto al "consiglio" di fermarsi con l’alcol, aggredendo verbalmente chi in quel momento stava lavorando. "Le risse in piazza sono all’ordine del giorno. Siamo stanchi. Ci dobbiamo occupare di servire i clienti, organizzare eventi, ma l’ordine pubblico non spetta a noi. Abbiamo 14 dipendenti e una turnazione con almeno 4 che non verranno a lavoro se la sera si sta chiusi. Da soli poi, i più giovani non vogliono starci, hanno paura. Ci rimettiamo soldi e ci mettiamo la faccia, ma crediamo in questa azione. Le cose devono cambiare".

Ylenia Cecchetti