Basta tragedie sul lavoro: "Non facciamo abbastanza"

Il presidente Anmil di Fermo, Marcello Luciani, lancia un appello alla politica "Grave recrudescenza del fenomeno, dovrebbe rappresentare una priorità".

Basta tragedie sul lavoro: "Non  facciamo abbastanza"

Il presidente Anmil di Fermo, Marcello Luciani, lancia un appello alla politica "Grave recrudescenza del fenomeno, dovrebbe rappresentare una priorità".

Una cerimonia sentita, un momento di riflessione che si rinnova un anno dopo l’altro, fino a che non si conteranno più vite perse sul luogo di lavoro. E’ L’impegno grande di Anmil che quest’anno ha celebrato la giornata nazionale per le vittime sul lavoro a Porto San Giorgio, alla presenza di tutte le autorità del territorio fermano. Tutti uniti a ribadire un impegno forte, la necessità di garantire condizioni di sicurezza e la certezza di rientrare a casa, la sera, tutti interi: "Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese, ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità, ha sottolineato il Presidente Anmil di Fermo, Marcello Luciani, e questa manifestazione è l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno concreto per il futuro, al fine di arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali. È tempo di concentrare poi l’attenzione sulla tutela delle vittime del lavoro che viene regolata da una normativa che risale al 1965 e che per questo deve essere assolutamente rivista, per evitare che rimangano indietro intere famiglie che si ritrovano ad affrontare disabilità, dolore e difficoltà economiche all’indomani di un infortunio o per una malattia professionale".

I numeri delle Marche parlano chiaro, da gennaio ad agosto 2024 ci sono stati 11 e 108 infortuni denunciati, l’anno prima erano leggermente meno. A Fermo sono 905 gli infortuni denunciati quest’anno, con un aumento dell’8,5 per cento rispetto all’anno precedente, tre già gli incidenti mortali nel fermano, sono stati 2 nel 2023. Nella Marche in totale nel 2024 sono già morte dieci persone, troppe vite spezzate, troppo dolore. In Italia se ne sono andate lavorando ben 680 persone, l’equivalente di un piccolo paese: "Le notizie di cronaca sono sempre più numerose perché si è finalmente compreso che non si tratta di casualità o di eventi ineluttabili, ma piuttosto di una mancanza di rispetto delle normative e della sottovalutazione del rischio in un ambito in cui è la crisi economica ad incidere e a spingere a non investire in prevenzione o a trascurare la formazione", aggiunge il presidente, Vogliamo che i numeri dell’Inail siano davvero un utile strumento di lettura del fenomeno e ci parlino chiaramente di quali sono le vie da intraprendere per mirare ad un’azione in cui si combinino con efficacia: consapevolezza, prevenzione e controlli ma soprattutto responsabilità condivise e partecipazione di tutti alla sicurezza in azienda e sui luoghi di lavoro". Importante anche il fenomeno delle malattie professionali denunciate, nelle Marche sono state nel 2024 5422 le situazioni problematiche, con un aumento del 17,9 per cento rispetto allo scorso anno. Fermo si attesa su 633 casi, erano 595 l’anno precedente e anche questo è un numero su cui riflettere.

Lo hanno ribadito tutti gli ospiti, a partire dal padrone di casa, il sindaco Valerio Vesprini, il prefetto D’Alascio, il vice sindaco di Fermo Mauro Torresi, la presidente della commissione regionale pari opportunità Maria Lina Vitturini. Un momento di commozione alla fontana della Democrazia per la deposizione della corona d’alloro in memoria delle Vittime del Lavoro, provando a immaginare un mondo in cui non si debba morire mentre si sta facendo il proprio lavoro.

Angelica Malvatani