REDAZIONE EMPOLI

Cadaveri a pezzi in valigia, lo sfogo delle sorelle Pasho: "Il killer è Elona"

Le intercettazioni dell’inchiesta sul duplice omicidio dei coniugi albanesi

Shpetim e Teuta Pasho

Shpetim e Teuta Pasho

Firenze, 4 gennaio 2020 -  Il giorno successivo al ritrovamento dell’ultima valigia nel campo di Sollicciano, i carabinieri che indagano sul duplice omicidio dI Shpetim e Teuta Pasho, i coniugi albanesi spariti nel novembre del 2015 da Firenze, dove erano venuti a trovare il figlio Taulant che stava per uscire dal carcere, «attaccano» le intercettazioni.

Non escludono nessuno, del nucleo della famiglia Pasho: in particolare le due figlie, Dorina e Vittoria, e anche Elona Kalesha, la 36enne che, quando si sono perse le tracce dei coniugi, era legata a Taulant. La prima telefonata sull’utenza di Elona che desta attenzione nei carabinieri, arriva intorno alle otto di sera: dall’altra parte c’è la fidanzata del fratello della Kalesha, Gaia, che chiede chi sia il «sospetto». Elona non esita ad addossare le responsabilità a Taulant: «Ma senti mi stanno scrivendo tanti che tanto si sapeva che era lui... che è stato il figliolo a ammazzarli.. che era stato Taulant».

Per ’accreditare’ la sua tesi, tira in ballo anche il fratello di Shpetim «che da anni dice che è lui» e rincara: «Non li cercava capisci.. non li cercava.. come fai a non cercare i tuoi genitori.. dai». L’interlocutrice ribatte che «ci vuole coraggio ad ammazzare i genitori», ma la 36enne le racconta che il suo ex già in passato era stato violento con loro, «lui li prendeva e li trascinava con il motorino». Contemporaneamente, gli investigatori ascoltano le figlie della coppia. Vittoria, che è stata sentita dai carabinieri, dice chiaramente al telefono che «il killer è Kalesha. Gli ho detto famiglia Kalesha».

Pure Dorina ha la sua idea, chiara, su Elona. Parlando con un’amica, connazionale, dice: «Adesso io sono decisa e dirò che lo ha fatto quella e non mio fratello.. voi parlate quanto volete.. lo ha fatto quella con il fratello, con il padre.. i nigeriani che.. che lavorava.. trovate quella e vedetevela con quella e non avete più che a fare con noi.. vi stiamo mettendo tutto in mano così avete tutto pronto.. non sottovalutate le cose». Ma la Kalesha continua anche a impostare quello che secondo gli inquirenti è un depistaggio per allontanare i sospetti da lei. «Mamma, loro sono scomparsi lo stesso giorno che è uscito il figlio okay? Quando loro pensano che forse sia stato lui visto che loro dovevano dare 60 mila euro e i 60 mila euro non si sono più trovati».

Stefano Brogioni