Empoli (Firenze), 14 novembre 2024 – Alla fine ha vinto la chiesa. Lo ha stabilito la sentenza emessa dal tribunale di Firenze il 4 settembre in favore, appunto, della parrocchia dei Santi Michele e Leopoldo alla Tinaia. A portare davanti a un giudice la chiesa della frazione empolese, amministrata da don Segundo Vicente Carrillo Ponce, l’inquilina di un appartamento di proprietà della stessa parrocchia. Il motivo? Una rovinosa caduta sulla scalinata del sagrato che avrebbe provocato alla sfortunata lesioni gravi. Lesioni per le quali la sessantenne - che risiede nell’immobile di via Pian di Tinaia- avrebbe chiesto un risarcimento danni fisici e morali da lei sofferti pari a 51mila euro.
Domanda respinta dalla dottoressa Susanna Zanda, perché i fatti non sarebbero stati dimostrati. Ma ripercorriamo la vicenda che ci riporta al 22 aprile 2021. Intorno alle 10.30 la signora – come riportato negli atti – stava uscendo da casa, quando, scendendo la breve scalinata del sagrato, sarebbe scivolata “su del sale grosso da cucina, sparso sul selciato”. Una volta perso l’equilibrio, la signora caduta rovinosamente a terra, è stata soccorsa e trasportata in ambulanza al San Giuseppe dove però – ed ecco la prima contestazione – non avrebbe imputato alle scale la caduta, ma a se stessa, raccontando di un evento accidentale. Gli effetti non sono stati certo trascurabili; distorsione ad entrambe le caviglie e contusione al polso destro.
La faccenda per una caviglia poi si complicherà, rendendo necessario un intervento chirurgico. Insomma, un quadro non banale che però non ha convinto il giudice secondo il quale la chiesa non dovrà risarcire la signora. “Abitando accanto alla parrocchia da 5 anni e mezzo – dicono le carte – è presumibile che la donna quotidianamente e anche più volte al giorno abbia camminato sui quei due scalini di campagna ammalorati e pericolosi”. Scalini che la donna, stando alla decisione del tribunale, avrebbe dovuto scendere con attenzione.
La sessantenne, scivolata subito dopo essere uscita di casa, è caduta in un luogo aperto al pubblico, una piccola scalinata spesso coperta di fogliame e altri materiali terrosi. “Non sarebbe legittimo pretendere – cita la sentenza – una pulizia immediata. Inoltre dalle foto non risulterebbe provato niente di diverso rispetto al generale stato manutentivo fatiscente degli scalini che la signora conosceva bene. Ragionevole ritenere che la caduta sia stata un episodio occasionale. Oltretutto la signora avrebbe potuto servirsi della rampa per i disabili in caso di dubbi sulla condizione degli scalini”. Nessuna responsabilità della chiesa. L’ente religioso difeso dall’avvocato (e segretario Pd Empolese Valdelsa) Jacopo Mazzantini, ha vinto la causa. “Con soddisfazione, anche se – spiega il legale fiduciario della Compagnia Cattolica Assicurazione ora assorbita dal gruppo Generali – la sentenza potrebbe essere impugnata. A 6 mesi dalla pubblicazione, la signora potrebbe fare appello”. Ma per il momento, la chiesa non dovrà sborsare un euro.
Y.C.