YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Cantine alluvionate. Un flagello per il vino. L’azienda agricola:: "Siamo in ginocchio"

Il Piastrino di Vinci: "Dobbiamo rimuovere ancora 30 centimetri di melma. Il fango ha travolto 18mila bottiglie, buttato il lavoro di un anno intero. Come rialzarsi? Svendiamo i prodotti pregiati con etichetta danneggiata".

Cantine alluvionate. Un flagello per il vino. L’azienda agricola:: "Siamo in ginocchio"

Non c’è stato ancora tempo per una stima dei danni. Non si sono fermati un attimo, da quel giovedì notte maledetto, all’azienda agricola Il Piastrino di Vinci. Amici, familiari, volontari arrivati da Empoli, Vinci e Lamporecchio sono tutti con le mani nel fango, sporchi di melma a cercare di salvare il salvabile. "Abbiamo 18mila bottiglie alluvionate. Il danno è enorme, soprattutto in cantina; le pompe, i mezzi, i motori, tutto andato. Un disastro". Lo racconta con la voce rotta dall’emozione Luigi Micheli, che con la moglie Daniela, è al timone dell’attività di famiglia. "Non possiamo che dire grazie a tutti quelli che sono stati qui a spalare, a togliere il fango dalla cantina, nel tentativo di recuperare le bottiglie. Ci sono ancora 30 centimetri di melma da rimuovere, c’è da bonificare tutto. Le grappe, il vino dalle riserve, quello imbottigliato a settembre, il lavoro di un anno intero buttato".

C’è disperazione ma anche voglia di rimboccarsi le maniche e ripartire, non si può fare altrimenti. La struttura ricettiva fortunatamente si è salvata dall’alluvione, ma i locali della cantina ed il magazzino sono stati invasi dal fiume di fango. Circa 300 metri quadrati, esclusi gli annessi. A causare l’allagamento l’esondazione del rio Vincio nella notte tra giovedì e venerdì scorso. "Ci sono anche altre famiglie danneggiate, altri agriturismi della zona. Noi abitiamo 50 metri più su rispetto al luogo del disastro, dove invece sta la cantina, e questa è stata una fortuna. Ma i miei suoceri, mio cognato, hanno cucina e pian terreno inagibile e sono stati costretti a spostarsi al piano superiore. Mio suocero ha 94 anni e non ha mai visto nulla di simile. E’ stato un evento eccezionale - dice Micheli - ma forse, ci fosse stata una manutenzione puntuale, non ci ritroveremmo così". Così, con una produzione vinicola in ginocchio, la cantina colpita dalla forza del fango ed il magazzino dell’impresa edile di un altro componente della famiglia Micheli, andato completamente distrutto tra trapani, martellini, e furgoni ancora immersi in un metro e mezzo di acqua. Da qui, l’appello lanciato sui social. "Causa alluvione che ha interessato la Toscana, anche la nostra azienda agricola è stata colpita. Svendiamo bottiglie, con etichetta danneggiata".

Il passaparola ha già prodotto i suoi effetti positivi e la generosità non si è fatta attendere, con tanti clienti ed utenti del web che chiedono informazioni su come poter contribuire all’acquisto delle bottiglie alluvionate. La confezione porta i segni di quella terribile notte. Ma il vino è di ottima qualità e metterlo sulla propria tavola significa dare una mano ad una delle tante realtà del territorio che ora si trova davanti la più ardua delle sfide che si possa affrontare: rimettersi in piedi.