IRENE PUCCIONI
Cronaca

Caporalato e sfruttamento. Arrestato il ’datore di lavoro’ . Inchiesta partita da una denuncia

Un operaio, che ha perso un dito con le forbici elettriche durante la potatura, ha fatto scattare le indagini. L’indagato, un cittadino marocchino, reclutava connazionali e li faceva lavorare in condizioni disumane.

L’inchiesta condotta dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Firenze

L’inchiesta condotta dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Firenze

CASTELFIORENTINOL’inchiesta è partita da un brutto infortunio. Un operaio, finito in pronto soccorso e costretto all’amputazione di un dito, ha denunciato il suo datore di lavoro, portando alla luce le condizioni disumane in cui era costretto a lavorare. Per questo, al termine di una lunga indagine condotta dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Firenze, i militari – coadiuvati dai colleghi della compagnia di Empoli – hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale coercitiva e patrimoniale, emessa dal Gip del Tribunale di Firenze su richiesta della Procura di Firenze, nei confronti di un cittadino marocchino residente a Castelfiorentino. L’uomo è ritenuto responsabile dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (il cosiddetto caporalato), di occupazione al lavoro di lavoratori privi di permesso di soggiorno, lesioni colpose aggravate e violazioni varie in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, il sequestro preventivo di un’auto e un furgone usati per condurre gli operai sul posto di lavoro e la confisca di oltre 14mila euro, ritenuti il provento del reato di caporalato. L’attività investigativa ha coinvolto anche altri nuclei della Toscana, come Prato e Siena, l’Ispettorato del Lavoro di Firenze, nonché il Pisll e l’Asl di Empoli. L’indagine, condotta dal 2023 al 2025, ha consentito di disarticolare un sistema di reclutamento e occupazione al lavoro in condizioni di sfruttamento di numerosi lavoratori di diverse nazionalità, che versavano in grave stato di bisogno, impiegati come braccianti in lavorazioni in altre aziende agricole nelle campagne fiorentine, pratesi e senesi, in occasione di operazioni di potatura di vigne e ulivi, raccolta di uva e olive, o caricamento su mezzi di autotrasporto di gabbie per pollame destinato al macello. Sono stati identificati 18 lavoratori sfruttati, tutti di nazionalità marocchina, dei quali 8 privi del permesso di soggiorno o comunque in possesso di titolo non valido per essere occupati al lavoro.L’attività è iniziata giugno 2023, quando un lavoratore di nazionalità marocchina, irregolare sul territorio italiano, ha sporto una denuncia nei confronti del suo datore di lavoro, sia per essere stato da lui impiegato in condizioni di sfruttamento, sia per aver subito un infortunio durante la potatura di un ulivo con forbici elettriche. A seguito di questo evento, l’indagato aveva accompagnato il lavoratore al pronto soccorso, dove i sanitari erano stati costretti ad amputargli il secondo dito della mano sinistra. Il datore di lavoro per evitare di finire nei guai, aveva dichiarato ai medici che l’infortunio era avvenuto in ambito domestico. L’inchiesta sull’infortunio, svolta in collaborazione col personale Asl, ha permesso di scoperchiare tutto il resto.

Irene Puccioni