La scelta di chiudere i circoli Arci in quanto luoghi di aggregazione sociale e culturale non sembra convincere nessuno, nemmeno chi, in teoria, farebbe parte dello stesso partito che si trova al governo. Jacopo Mazzantini, segretario del partito democratico Empolese Valdelsa, si riferisce in particolare alla circolare del ministero dell’Interno che chiarisce un passaggio del Dpcm del 24 ottobre riguardo i circoli ricreativi.
La sua è una posizione di forte perplessità. "La situazione è delicata ed è sotto gli occhi di tutti – dice lo stesso Mazzantini – ma la circolare interpretativa del Ministero dell’Interno sui circoli ricreativi finisce per risultare discriminatoria. Ce lo insegnano i corollari del principio di uguaglianza: non si possono trattare in modo diverso situazioni pressoché identiche. Chiudere le case del popolo, i circoli Arci e Acli trattandoli diversamente da bar e ristoranti, solo perché in alcuni casi non hanno una licenza di pubblico esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande è discriminatorio. Ma alla considerazione giuridica si aggiunge quella politica: i circoli costituiscono il nostro tessuto associativo, presidi del territorio, una rete di volontariato che ha un ruolo sociale fondamentale. Con le loro attività si autofinanziano e attivano una serie di servizi preziosi per la comunità e si ravvivano soprattutto i centri più piccoli e le frazioni".
"Chiediamo una rettifica – conclude Mazzantini – per equiparare l’attività dei circoli a quella di bar e ristoranti con chiusura al pubblico alle 18 e asporto fino alle 24. Se non arriva dal governo, lo faccia la Regione con una norma ad hoc. Solo così potremmo salvare una parte fondamentale del nostro composito tessuto sociale".