Castelfiorentino (Firenze), 25 agosto 2024 – I suoi saloni affrescati, il maestoso loggiato, la corte e il giardino fanno da cornice a matrimoni in grande stile, cene esclusive e meeting aziendali. Il Castello di Oliveto a Castelfiorentino è (di nuovo) in vendita. Succedeva nel 2018 e ora la proprietà ci riprova. Balza all’occhio l’annuncio apparso online che ne descrive le (non poche) peculiarità. "E’ in vendita il castello del Brunelleschi, progettato dal celebre architetto durante i primi anni della costruzione della Cupola del Duomo di Firenze (la scoperta si deve al professor Massimo Ricci, uno dei massimi esperti dell’architettura brunelleschiana, ndr). Si tratta di un antico maniero costruito da una nobile famiglia nel XV secolo - si legge sul sito della Lionard Luxury Estate, la stessa agenzia che si è occupata della vendita di Villa Bibbiani a Limite sull’Arno, nel 2018, al magnate statunitense George Mc Carrol Rapier III".
" E’ uno dei più affascinanti castelli della regione – prosegue la descrizione – ha ospitato nel corso dei secoli personaggi illustri, re e papi".
Nel grande salone è ancora presente un’epigrafe che ricorda il soggiorno del Papa Paolo III Farnese nel 1541. Passarono da qui anche Leone X e Clemente VII, Lorenzo Il Magnifico e re Vittorio Emanuele III. Appartenuto ai Pucci, il Castello fa parte di una tenuta che comprende anche 25 case coloniche, un borgo con una villa settecentesca e una cappella nel bosco. E c’è da chiedersi a che punto sia il progetto culturale annunciato per rafforzare il legame che Brunelleschi aveva proprio con la Valdelsa. Nell’ex Casa del Popolo di piazza Gramsci a Castelfioretino, acquistata dall’imprenditore Giampaolo Lastrucci, nel 2019 si lanciava l’idea di un polo museale dedicato a Brunelleschi. E’ lecito domandarsi se il progetto di "Palazzo Brunelleschi" esista ancora.
Il ponteggio c’è, come conferma la sindaca Francesca Giannì "i lavori sono iniziati con la messa in sicurezza degli altri edifici attigui. Si tratta di un’ iniziativa privata che avrà ricadute positive sul territorio. Ci vedremo presto con la proprietà per definire gli stati di avanzamento". Sono previsti la creazione di un’area food, la realizzazione di spazi professionali adibiti a uffici, coworking ed un percorso museale dedicato all’artista.
Dalla Valdelsa a Empoli, dove c’è un altro gioiello architettonico da salvare. Torna all’asta Villa La Bastia, edificio storico simbolo di Ponte a Elsa. Duemila metri quadrati di immobile risalente al Cinquecento che ormai giace in stato di abbandono da decenni. Un bene culturale di particolare interesse storico ed artistico (sottoposto al vincolo della Soprintendenza). Un edificio che è stato inserito addirittura tra i luoghi del cuore del Fai che lo descrive come "una villa a dir poco magnifica, ricca di affreschi e storia". Ma in stato di degrado. L’offerta minima per aggiudicarsi l’antica dimora lo scorso anno era di circa un milione di euro. Si scende ancora. Nonostante il valore stimato sia di un milione e quattrocentomila euro, la base d’asta (che si terrà il 12 settembre alle 12) è di 445mila euro. In passato, Villa La Bastia era finita nelle mani di un gruppo immobiliare per un progetto di riconversione edilizia, ma i guai finanziari della proprietà l’hanno riconsegnata al tribunale. E così adesso aspetta un ‘salvatore’ che possa riscriverne il destino.