Carlo Baroni
Cronaca

Dopo una vita nei campi Vittoria è Commendatore. “Racconta nelle scuole l’orrore del nazifascismo”

Tognozzi, 88 anni, fu testimone dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. l Quirinale il riconoscimento dell’Italia per mano del presidente Mattarella: “Penso alla mia mamma e alle mie sorelle e sono certa che se c’è un aldilà sono felici per me”

Vittoria Tognozzi con la famiglia, il senatore Parrini e la sindaca Donnini

Vittoria Tognozzi con la famiglia, il senatore Parrini e la sindaca Donnini

Fucecchio, 27 febbraio 2025 – “Oggi è stata una giornata memorabile, ma molto faticosa perché carica di grandi emozioni. Da stamattina non faccio altro che pensare alla mia mamma e alle mie sorelle e sono certa che, se c’è un aldilà, oggi erano felici per me”. Vittoria Tognozzi, 88 anni, residente a Monsummano, una donna semplice, forgiata da una vita di amore e fatiche, è andata incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel salone della feste del Quirinale, con la stessa determinazione con cui continua a incontrare i giovani “perché non si dimentichi mai. E si faccia di tutto affinché non accada più”. Vittoria era in Padule quel tragico 23 agosto 1944 quando, nella strage commessa dai tedeschi, persero la vita 174 civili. La follia crudele di quel giorno privò per sempre Vittoria, che aveva appena 7 anni, dell’amore di sua madre Annamaria, ventinovenne, e di due sorelline, Vanda e Silvana. Come molte delle donne morte quel giorno, anche loro furono raggiunte dalla malvagità del piombo nazista che non provava pietà. Vittoria si salvò perché la mamma, prima di morire, riuscì a nasconderla nell’erba alta: ci rimase ore e ore, sotto il sole tremendo che batteva l’area palustre; rimase ferma, immobile, provata dalla sete e frustata dalla paura, per non farsi notare. Vittoria ricorda tutto.

TOGNOZZI FAMIGLIA
Vittoria Tognozzi con la famiglia, il senatore Parrini e la sindaca Donnini

L’orrore e il terrore quando i suoi occhi di bambina videro quello che nessun bambino deve vedere mai: cadaveri uno sopra all’altro, e le sue sorelline trucidate, una aveva appena tredici mesi. Ricorda tutto e non si stanca di tramandarlo. Da 30 anni Vittoria racconta la sua storia nelle scuole. Iniziò nel 1994, quando a Roma venne scoperto l’armadio della Vergogna, con fascicoli e registri sui crimini di guerra commessi in Italia dal 1943 al 1945: un rosario di soli misteri dolorosi, fatti di carneficine, che finirono di riempire di lacrime un paese stremato dalla guerra e dal fascismo. “Un eccidio che non perdono – ha affermato – lo dissi anche a Roma durante il processo e il giudice mi disse che avevo ragione”.

“Quel giorno lo ricordo come se lo rivivessi ora – dice riferendosi all’agosto di sangue in Padule –. Ancora capita che il pensiero non mi faccia dormire la notte. Quando lo racconto ai bambini delle scuole, si commuovono, anche perché a me viene da piangere. Andrò avanti finché sarò viva”. Per questo suo impegno nel tramandare gli strazi della guerra e l’importanza del sentimento di pace, il presidente della Repubblica l’ha inserita tra i 31 cittadini e cittadine che si sono distinti nell’impegno verso gli altri. Uomini e donne che non sono eroi. Ma esempi. Così, da ieri, Vittoria Tognozzi, è Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana “per la sua attività di testimone dell’eccidio di Fucecchio, dove persero la vita donne, anziani e bambini”. “Ringrazio la mia famiglia che mi ha accompagnato – dice Vittoria, mentre il pullman la riporta a casa dopo che l’Italia ha reso onore al suo impegno –, le ragazze e i ragazzi dell’associazione Fucecchioèlibera e le amministrazioni comunali”. Vittoria è stata letteralmente scortata a Roma.

Con lei c’era la sindaca di Fucecchio Emma Donnini e i ragazzi e le ragazze dell’associazione FucecchioèLibera con cui l’88enne porta avanti tantissime iniziative dedicate al valore delle memoria. Insieme a loro sono partiti alla volta della Capitale anche Lisa Amidei, sindaca di Larciano; Simona Rossetti, sindaca di Cerreto Guidi; Alessio Tanganelli, assessore di Cerreto Guidi; Maria Grazia Baldi, vice sindaca di Ponte Buggianese; e Cristian Giovannelli, consigliere di Monsummano. Ad attendere la delegazione a Roma c’era il senatore dem Dario Parrini. “È stata una grande emozione poter accompagnare Vittoria durante questa giornata così speciale – dice Emma Donnini –. Il riconoscimento che le è stato conferito premia il suo impegno come testimone di una strage che nessuno di noi può dimenticare. La forza e il coraggio di Vittoria, che in tanti anni non ha mai smesso di raccontare la propria storia, rappresentano un esempio per tutti noi. E in questa giornata di grande commozione per tutti, siamo felici di esserle stati vicino”. “Vittoria ci insegna ad amare, a rispettare il prossimo e a cogliere le bellezze della vita, con il suo sorriso pieno di futuro – aggiunge Donnini – . Per questo motivo il grazie più grande lo facciamo noi a lei. Starle vicino, ogni volta, è una occasione unica”.

“Il riconoscimento a Vittoria è meritato e profondamente significativo – conclude il senatore Dario Parrini –. L’importanza della sua instancabile testimonianza a difesa della memoria storica ha un ineguagliabile valore civile”. Una donna umile, ma anche un leonessa, che ha fatto della notte più buia della sua vita l’arma per riempire di desideri di pace migliaia di cuori degli uomini e delle donne di domani. Questo significa essere cittadini.