
Gianluca Lacoppola, Eleonora Gallerini, Cristina Arba e Maya Albano
Le telefonate sono frequenti, le segnalazioni da non sottovalutare. Vessazioni, molestie, o anche solo la richiesta di semplici informazioni. C’è la lavoratrice che ha dato le dimissioni perchè indotta a farlo, dopo essere diventata mamma. Con la nascita del bambino sono cominciate le discriminazioni. C’è chi è stata allontanata dal luogo di lavoro e non sa come comportarsi; il contratto era part time, ma lavorava come una full time. Perché le ultime retribuzioni non sono state pagate? E poi – questi gli ultimi due casi registrati nell’Empolese Valdelsa – richieste di congedo per vittime di violenza (previsti dalla Legge e dai Ccnl) e informazioni sul reddito di libertà. A chi spetta? Come ottenerlo? Pensionate, giovani, iscritte al sindacato e non. Donne diverse e storie diverse, accomunate dal fatto di aver trovato il coraggio di raccontarsi allo sportello “Donnachiamadonna“ dell’area metropolitana ideato dal Coordinamento Donne Cgil denunciando problematiche sul lavoro legate alle questioni di genere.
Ora il servizio sbarca a Empoli. "La decisione di aprirlo in città – ha spiegato Gianluca Lacoppola, segretario Cgil Empolese Valdelsa – si lega alla necessità di essere più presenti per rispondere all’aumento di richieste da parte di donne vittima di varie forme di violenza, a partire da quelle sul posto di lavoro. Un’esigenza dettata dai numeri. Abbiamo visto un aumento delle utenze, donne che si sono presentate alla Camera del Lavoro per problemi lavorativi evidenziando violenze di altra natura. Lo sportello è già attivo a Firenze ma il nostro territorio va presidiato in maniera più strutturata".
Sono 100 le richieste di aiuto lanciate nel 2024 a livello metropolitano; di queste, circa 20 arrivano dall’Empolese Valdelsa. "Un dato quasi raddoppiato rispetto al passato – ha fatto presente Cristina Arba, responsabile dello Sportello e del Coordinamento Donne Cgil –. La media fino al 2023 è stata di 10 richieste l’anno. Tante le donne straniere che si trovano in una situazione di fragilità sociale (ricattabilità, poca conoscenza della lingua italiana). La fascia d’età va dai 35 ai 55 anni, quando si è ancora nel pieno della forza lavoro.È la fascia più a rischio perchè se si perde l’occupazione è difficile ricollocarsi".
E non ci si può permettere di fare la mossa sbagliata. Lo sportello d’ascolto è anche un aiuto a districarsi nella burocrazia. Si occupa di consulenza su diritto del lavoro, diritto di famiglia, diritti della persona e supporto psicologico avvalendosi della collaborazione di un’avvocata civilista, una penalista e una psicoterapeuta in convenzione. Se emergono storie di violenza, scatta l’attivazione in rete col Centro Lilith. "La collaborazione con Cgil ci permette di acquisire nuovi strumenti per aiutare le donne in difficoltà sul lavoro. Proprio in questi giorni – racconta Eleonora Gallerini presidente Centro Aiuto Donna Lilith – una donna ci ha chiesto supporto sul congedo dal lavoro. Era terrorizzata all’idea di dover chiamare la sua azienda per comunicare che si sarebbe assentata per essere ospitata in una casa rifugio. La possibilità di avere il congedo di 90 giorni, non tutti la conoscono. C’è un gran bisogno di informazione".
Anche il reddito di libertà è una misura sconosciuta ai più. "Si tratta di un contributo di 500 euro mensili valido per 12 mensilità – spiega Maya Albano, coordinatrice Lilith – che spetta alla donna seguita dal centro antiviolenza e dal servizio sociale. C’è una richiesta da sottoscrivere e inviare all’Inps accompagnata da una serie di carte". Le operatrici riceveranno su appuntamento in Cgil Empoli (chiamare il 340 5807977, 347 6165826 o scrivere a [email protected]). Lo sportello al centro commerciale è una scelta strategica: la persona in difficoltà, con la scusa della spesa può sfruttare l’opportunità senza dare nell’occhio al maltrattante.
Ylenia Cecchetti