REDAZIONE EMPOLI

"Chi non studia più mandatelo qui"

Appello anche via social dell’imprenditore Ivo Mancini pronto a dare opportunità nella scuola di meccanica

FUCECCHIO

di Carlo Baroni

Una voce che non si stanca di lanciare appelli e di richiamare l’attenzione su un aspetto fondamentale per il futuro delle comunità, dell’occupazione, del mondo del lavoro in generale, quella dell’imprenditore fucecchiese Ivo Mancini. "Se conoscete famiglie con figli che hanno abbandonato anzitempo la scuola, dite loro che possono rivolgersi alla Futura e valuteremo di dare a questi ragazzi una chance nel mondo della meccanica", ha scritto, tramite un post sui social, l’anziano e combattivo Mancini che intorno al suo progetto ha riunito, da tempo, attenzioni importanti, a partire da quella della Regione.

"Sto cercando nella zona del Comprensorio ragazzi che hanno lasciato anzitempo il proprio percorso di studi, già alla scuola media inferiore – si legge –. Il mio obiettivo è intercettare loro e le rispettive famiglie in modo da conoscerli e valutare un eventuale inserimento nella mia scuola di meccanica, capire la loro predisposizione e aiutarli a trovare eventualmente la loro strada". Lascia anche un riferimento: "basta mettersi in contatto con la mia azienda: [email protected]". Parole importanti, quelle del’imprenditore, specie oggi, in un tempo – anche economico – reso più difficile dall’emergenza pandemica. Ma chi è Ivo Mancini? La sua storia è passata spesso da queste cronache. Ma ora che lancia un appello diretto, sulla piazza – il mondo social – che è, ormai, il punto d’incontro principale per tutti, specie per i giovani, merita un approfondimento in più.

Tre anni fa Ivo Mancini, classe ’35, un imprenditore, intraprendente, capace e caparbio, innamorato del suo lavoro e sensibile al futuro dei giovani – patron delle aziende Futura Lavorazioni Meccaniche e C.M. Tannery di Santa Croce – lanciò appello, ma non si limitò alle parole: "Datemi una mano a creare un’accademia per la meccanica per non disperdere il sapere. Io ci metto le macchine, l’esperienza, i docenti, i locali, alle istituzioni il compito di metterci il resto".

E creare nel Comprensorio del Cuoio – terra con una grande storia nel lavoro – una Silicon Valley dell’artigianato, che insegni di nuovo a usare le mani. In particolare a chi abbandona aule e libri e rischia di buttarsi, senza competenze, nel safari metropolitano del lavoro, sempre più difficile, sempre più selettivo. Lanciò un appello forte, ma si mise subito all’opera, com’è nel suo stile, avviando una scuola di meccanica in un capannone: il corso triennale di meccanica, diventando protagonista e trascinatore dell’attività formativa. Un proposito che si basava e si basa su due urgenze: offrire nuove opportunità a chi ha lasciato gli studi; ma anche la consapevolezza del rischio per molte aziende di chiudere nel giro di una decina d’anni a causa della mancanza di figure adeguatamente formate. Della scuola, delle sue idee, Mancini ha parlato a tanti livelli.

L’ha fatto anche l’estate scorsa alla Versiliana, e nei giorni scorsi la sua realtà ha ricevuto la visita dell’assessora regionale all’istruzione e formazione della Regione Toscana, Alessandra Nardini durante l’open day per presentare il corso di lavorazioni meccaniche nel quale è stato possibile visitare anche la nuova aula dedicata alla didattica dei ragazzi, vedere le macchine in azione e i ragazzi all’opera. Tutto qui? Mancini non si ferma. E lancia anche l’appello sui social. Per dire "noi ci siamo, la scuola per imparare un mestiere è qui". Mamme e papà alle prese con il figlio che ha smesso di studiare hanno un’opportunità in più.