Incredulità e spavento. Quando la notizia si è diffusa ad Avane, gli anziani del paese non l’hanno presa bene. Al Circolo di via Magolo si parla, ci si confronta e ci si sconforta. "Non ci sentiamo più sicuri neppure a casa nostra" commenta un novantenne non appena appresa la notizia della rapina. Molti degli avventori del Circolo sono anziani che vivono soli, e conoscono bene la coppia brutalmente pestata e derubata l’altra sera, proprio a due passi da dove ogni pomeriggio ci si ritrova per un caffè e una partita a carte. Questo evento ha squarciato la normalità di un lunedì che non è come tanti altri. "Abbiamo saputo che la signora ha riportato le conseguenze peggiori - sono alcune delle voci raccolte alla casa del popolo - E ce ne dispiace molto. Cosa possiamo fare per difenderci? "Ricorrere alle armi per autodifesa? Non sono legali e non si può - cerca di sdrammatizzare un uomo al bancone - Ma non si dorme più tranquilli, ora". Neppure la notizia dell’arresto di uno dei tre autori del reato, il 34enne albanese preso dagli agenti dopo l’inseguimento nei pressi di piazza don Minzoni, basta a far tirare un sospiro di sollievo. "Ma quale rassicurazione? – a parlare è la pancia – Con questa gente non c’è da scherzare. Agiscono perché sanno di restare impuniti, non si fanno scrupoli. Hanno un solo scopo: rubare. Non è la prima volta che si verificano furti in questa zona, ma mai niente di così grave e preoccupante". In via del Borghetto invece, non vola una mosca. Il quartiere sembra assopito, tra orti, campi e una manciata di case addobbate per le feste. Anche se oggi c’è poco da festeggiare. Poche auto in circolazione e silenzio assoluto su quanto accaduto. Un po’ per pudore, un po’ per riserbo, ma anche perché si stenta davvero a crederci che tanta crudeltà sia possibile.
Y.C.