Un passo importante. La Cig è stata prorogata ed è una boccata d’ossigeno fondamentale dopo mesi di polemiche, appelli, incontri e dibattiti. La crisi della filiera della moda tocca in modo importante il territorio dove il manifatturiero ha un peso strategico fra concerie, calzaturifici, pelletterie e lavorazioni contoterzi. Ma i problemi non sono tutti risolti: il tema dell’urgenza di sostegni più ampi resta sul tavolo. Come il duello politico.
"Intanto la cassa integrazione straordinaria per il settore della moda sarà estesa anche per tutto il mese di gennaio 2025, senz’altro un importante risultato del Partito Democratico ottenuto grazie al lavoro delle opposizioni, visto che il governo Meloni voleva approvare il decreto senza alcuna proroga nonostante gli accordi presi in sede di discussione in commissione – dice la senatrice Pd Ylenia Zambito dopo che è passato un apposito emendamento al decreto università, lavoro e Pnrr a Montecitorio –. Come abbiamo annunciato con i colleghi parlamentari del Pd eletti in Toscana, il nostro obiettivo sarà adesso quello di ottenere un ulteriore rinnovo degli ammortizzatori sociali, almeno per tutto il nuovo anno, con la legge di bilancio e il decreto milleproroghe: siamo perfettamente consapevoli che l’estensione a questo periodo è ancora insufficiente per un comparto in gravissima crisi".
Ma c’è anche Forza Italia che rivendica il risultato. "Grazie a Forza Italia e al centrodestra, la cassa integrazione in deroga è stata estesa a tutta la filiera della moda. È stato infatti approvato l’emendamento che ha esteso la Cig in deroga anche al settore della pelletteria e della metalmeccanica per gli accessori destinati alla moda. Grazie all’emendamento approvato, il ministero del lavoro ha aumentato le risorse destinate alla Cig in deroga per il settore moda di circa 9 milioni di euro, che andranno a sostenere un settore investito da una grave crisi, con ripercussioni particolarmente pesanti in Toscana", dicono il vicesegretario nazionale di Forza Italia, onorevole Deborah Bergamini, l’onorevole Chiara Tenerini, relatrice del provvedimento, l’onorevole Erica Mazzetti e il capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.
Il timore, tuttavia, anche sul territorio, è che lo strumento non sua sufficienti a traghettare le aziende dentro la ripresa. Dai dati diffusi dalla Fidem Cgil di Pisa a inizio autunno, rispettivamente al Valdarno inferiore, erano quasi 190 i licenziamenti (nelle aziende sopra i 15 dipendenti), con circa il 90% di imprese in cassa integrazione, mentre risultavano aziende artigiane che avevano esaurito la cassa integrazione.
"Il Governo è ancora troppo passivo su questa contrazione della quale forse non si sta comprendendo l’entità – denuncia Zambito –. Stiamo parlando di uno dei distretti industriali motore economico della regione, con un poderoso indotto artigianale. Questa crisi strutturale sta interessando non solo i grandi brand del comprensorio, ma anche tutta la filiera che va dai contoterzisti, che rappresentano circa il 50% delle aziende del settore, fino alle piccole e medie imprese, che formano un comparto da 500 aziende retto da quasi 5mila addetti tra diretti e indiretti".