EMPOLISarà il nuovo spettacolo di Ciro Masella "L’amico ritrovato" a celebrare domani sera alle 21 sul palco del Minimal Teatro di Empoli la Giornata della memoria. L’attore e regista di origini pugliesi, insieme a Filippo Lai, porterà in scena la storia di una grande amicizia messa a dura prova dalle leggi razziali, raccontata nell’omonimo libro di Fred Uhlman, di cui Masella ha curato anche traduzione e adattamento.
Masella, prima volta a Empoli? "No, assolutamente, sono già stato a recitare nel teatro di Giallo Mare con cui ho un bellissimo rapporto di affetto e amicizia".
Come è nato questo spettacolo? "Dalla passione per questo romanzo breve, che ho scoperto non essere soltanto mia perché sia il pubblico delle primissime repliche che i commenti sui social ci hanno mostrato quante persone lo amino. Un testo che mi ha appassionato, commosso, fatto vibrare il cuore. È la storia di una grande amicizia adolescenziale, in cui tutti ci riconosciamo, tra due ragazzi che si vogliono un bene dell’anima costretti a separarsi per l’incombere della storia con la S maiuscola. Come ha detto Michela Murgia, infatti, la potenza di quelle pochissime ma grandi amicizie di quando abbiamo 15 o 16 anni, non la proveremo mai più".
Come ha scelto di trattare un tema così delicato sul palcoscenico? "Lo spettacolo ha una struttura semplice e sulla scena non c’è alcun riferimento esplicito al nazismo perché quello che mi premeva era rendere questa storia attuale e contestualizzabile in qualsiasi parte del mondo, dove a causa di crisi e fragilità hanno preso il sopravvento idee folli in grado di dare risposte semplici, trovando un capro espiatorio a cui dare tutta la colpa. Oggi giorno dove la semplificazione ha raggiunto livelli estremi tra ‘pollici su’ e ‘like’, tutto è bianco o nero quando invece la realtà è sempre più complicata ed avrebbe bisogno di un pensiero complesso per essere compresa. Nella rappresentazione dell’orrore, che ho voluto far arrivare da lontano e non prepotentemente, mi sono invece ispirato al film "La zona d’interesse"".
Quanto è importante continuare ad avere Memoria? "È fondamentale perché se andiamo a leggere i libri di Storia vediamo che ciclicamente commettiamo sempre gli stessi errori. I sopravvissuti rimasti sono pochi e sono delle perle preziose. Penso che sia importante anche leggere Primo Levi o vedere film come "Schindler’s List", che raccontano bene la portata di questi orrori".
C’è un personaggio che ha interpretato a cui è particolarmente legato? "Sicuramente Madre Ubu nello spettacolo di Roberto Latini, che la critica ha etichettato come uno tra i più belli degli ultimi anni. Anche il personaggio di "Eterno marito" mi ha divertito molto. Ora però sono particolarmente legato al protagonista di "L’amico ritrovato" perché c’è molto di me, pezzetti della mia adolescenza".
Cosa spera di lasciare domani al pubblico di Empoli? "Spero delle emozioni. Il teatro ed il cinema dovrebbero infatti tornare a parlare al cuore delle persone".
Simone Cioni