Commissioni, il risiko dei presidenti. Peccianti si prende il ruolo clou. Masi resta (quasi) a mani vuote

Nominati i quattro vertici: al Pd l’Assetto del territorio, Bilancio e Finanze. Mentre a FdI Controllo e Garanzia. Il candidato sconfitto al ballottaggio: "La maggioranza si è anche scelta l’esponente dell’opposizione".

Commissioni, il risiko dei presidenti. Peccianti si prende il ruolo clou. Masi resta (quasi) a mani vuote

Francesca Peccianti, capogruppo e coordinatrice locale di Fratelli d’Italia

Fatto il sindaco, varata la giunta, battezzato il presidente del consiglio comunale, è tempo delle nomine dei presidenti delle commissioni. Della discordia, verrebbe da aggiungere, stando alla diaspora che si è consumata attorno alla prima, quella degli “Affari Generali con Funzioni di Controllo e Garanzia“. Quella che ex lege, anzi, "per Regolamento", spetta alle opposizioni, nel rispetto di quei pesi e contrappesi necessari nella vita democratica di un Comune, per garantire vigilanza e monitoraggio rispetto all’operato della maggioranza.

Ma prima, le formalità: "A 20 giorni dalla seduta d’insediamento del consiglio, abbiamo istituito le quattro commissioni consiliari permanenti ed i commissari che ne fanno parte hanno eletto i presidenti e i vice presidenti – ha affermato la presidente Simona Cioni – a cui auguro buon lavoro".

Di quattro, il Pd avoca sè due commissioni (di peso). Rispettivamente: la seconda (Assetto del territorio, Ambiente e Infrastrutture, Demanio e Patrimonio) affidata a Roberto Iallorenzi, e la quarta (Bilancio, Finanze e Tributi) a Sara Fulvi.

I pentastellati con l’unico consigliere eletto Jacopo Maccari, invece, devono accontentarsi della terza commissione (Cultura, Istruzione, Turismo, Sanità, Trasporti scolastici e Sport).

Ma la polemica del giorno, evidentemente, è montata non appena il conclave consiliare ha partorito il presidente della commissione più ambita, la prima. Consegnata, chiavi in mano, alla coordinatrice locale di Fratelli d’Italia, nonché capogruppo dei meloniani, Francesca Peccianti. Il dettaglio della vice presidenza, qui, è di quelli non trascurabile: Leonardo Masi. E cioè il candidato sindaco espresso dalla coalizione della sinistra radical movimentista battuta da Mantellassi al primo storico ballottaggio della città.

Apriti cielo. Prima, di buon mattino, la nota al veleno siglata Buongiorno Empoli-M5S-Siamo Empoli (vedi il pezzo di fianco), dal titolo effervescente: "I biechi tentativi di tacitare l’opposizione più fastidiosa per la maggioranza". Poi, le dichiarazioni a La Nazione di Masi stesso.

"La maggioranza si è scelta anche l’esponente dell’opposizione. Se la forma è anche sostanza - afferma Masi -, questo è l’atteggiamento che più allontana la gente dalla politica. Se a questa tornata il Pd ha perso un paio di migliaia di voti un motivo ci sarà...".

Francesco Ingardia