REDAZIONE EMPOLI

Commissioni per la disabilità. Le nuove regole fanno discutere: "Non solo disagi per le famiglie"

Terreni, presidente dell’associazione I ragazzi di Cerbaiola, fa il punto

Terreni, presidente dell’associazione I ragazzi di Cerbaiola, fa il punto

Terreni, presidente dell’associazione I ragazzi di Cerbaiola, fa il punto

Nei giorni scorsi si è parlato della riforma che ‘accentra’ – per il nostro territorio – le commissioni mediche di vaglio dell’invalidità a Firenze, sede Inps. Ne è scaturito un allarme della Cgil che teme la scomparsa della capillarità delle commissioni sul territorio, ovvero in corrispondenza alle varie sedi Asl. Il presidente dell’associazione I Ragazzi di Cerbaiola, al cui centro fanno capo 38 persone con disabilità, Rolando Terreni, non scende nel campo della polemica bensì cerca di precisare quelli che sono i termini della riforma in atto. In sostanza: si dà retta a quelli che sono gli indirizzi mondiali, dell’International Classification of Functioning. Serviranno più personale con competenze specifiche e relativo budget. Cioè: la persona disabile viene ‘vista’ non solo sotto l’aspetto strettamente sanitario bensì con approccio bio-psico-sociale. Da anni si parla di questo, e adesso ci arriviamo pienamente.

La base è la valutazione multidimensionale della persona disabile: "Multidimensionale significa che riguarda i vari aspetti della vita quotidiana della persona, i vari ‘domini’ per usare la terminologia propria dell’Icf. Ed è proprio a questa classificazione, oltre che all’Icd (la classificazione delle malattie) che la valutazione si ispira per un approccio bio-psico-sociale, non solo sanitario dunque. Con tutta evidenza sono necessarie differenti figure professionali che dovrebbero essere formate in modo omogeneo". Ecco il punto, dibattuto da mesi. In ogni caso il procedimento prevede quattro differenti fasi, che partono dall’analisi della situazione di fatto, per arrivare agli obiettivi della persona ed alle ipotesi di ‘utilizzo’ dei facilitatori.

Per chi è in età scolastica, chiaramente il progetto viene definito insieme alle scuole di riferimento. Il progetto di vita è formalizzato in un documento finale. Tasto delicato, - si osserva - sarà il budget per dare corso ai differenti progetti di vita. Ciò si lega ai numeri (la necessità di personale) e alle competenze del personale stesso. Gli operatori già sono fortemente qualificati, ne ‘serviranno’ di più. Su questo, insieme (restando nell’Empolese) all’ambizioso progetto del Campus al Terrafino (progetto approvato ma ancora incertezza sui tempi dei lavori), ci si gioca molto del futuro per dare un domani migliore alle persone disabili. "Tutte queste misure, se applicate – conclude Terreni – farebbero fare un bel passo avanti".

Andrea Ciappi