REDAZIONE EMPOLI

"Così abbiamo riciclato i banchi a rotelle"

Erano troppo veloci e poco sicuri. E il liceo Pontormo li ha fatti modificare: "Ora sono utili per le lezioni in giardino o nei laboratori"

Abbandonati in un angolo o in un’aula dove vengono utilizzati raramente dalle classi. È il destino della maggior parte dei banchi a rotelle nelle scuole: richiesti allo Stato per garantire il distanziamento nelle varie classi e poi non utilizzati perché ben lontani dall’essere funzionali. Al liceo Pontormo di Empoli, invece, nessun banco mobile è a prendere polvere nei magazzini. La dirigente, Filomena Palmesano, ha trovato il modo di utilizzarli tutti, anche se per scopi diversi da quelli previsti e non prima di averli sottoposti a una modifica: la sostituzione delle rotelle perché erano troppo veloci.

"A luglio 2020 ne avevo richiesti al Miur 80 per integrare quelli monoposto tradizionali già ordinati alla Città Metropolitana – spiega la preside – Non avendo notizie certe di come saremmo ripartiti a settembre, avevo riorganizzato le classi in base agli arredi di cui disponevo. I banchi a rotelle sono arrivati a ottobre 2020, li abbiamo montati, ma ci siamo accorti che non erano molto sicuri perché si spostavano troppo velocemente. La ditta stessa che ce li ha consegnati è infatti tornata a dicembre per sostituire tutte le rotelle: due operai hanno lavorato per un’intera giornata per risolvere il problema". Una volta che i banchi sono stati ‘frenati’ la dirigente si è ingegnata per trovare loro un’utilità, anche perché ciascuna postazione costa circa 200 euro.

"Li ho usati in 4 modi – spiega Palmesano – Il primo realizzando un’aula all’esterno, utilizzata in primavera e autunno. I professori prenotano lo spazio e portano la classe fuori: fare lezione all’aperto è piacevole e coi banchi mobili è possibile fare una didattica diversa da quella frontale. Si possono creare dei piccoli gruppi di discussione e confronto. Un altro utilizzo è nei due laboratori di informatica, dove abbiamo potuto allargare gli spazi: su ogni banco possono starci pc portatili. Alcuni banchi, invece, sono stati messi nelle aree comuni e vengono usati per lo studio individuale dagli alunni che, ad esempio, non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica. Infine – prosegue la preside – abbiamo messo un banco a rotelle in ciascuna aula dove è presente un insegnante di sostegno. Così ottimizziamo gli spazi e il docente può spostarsi agevolmente dal banco dell’alunno con handicap alla cattedra o verso gli altri studenti. Quattro o 5, li ho tenuti di scorta".

In sintesi: "I banchi a rotelle non mi hanno risolto il problema legato al Covid, per quello servirebbero nuovi spazi – dice la dirigente - ma mi ha permesso di sistemare e migliorare alcune situazioni".

Irene Puccioni