Valdelsa, 13 giugno 2020 - Sul ponte sventola bandiera bianca. L’Empolese ’fornisce’ quasi un terzo del vino Docg Chianti. Vuol dire che quasi un sesto di questo territorio dal punto di vista dell’agricoltura sta per non farcela più. Il primo grido d’allarme sul territorio era già arrivato dal vicepresidente del Consorzio Chianti, Ritano Baragli. Che aveva predetto il crollo dell’export a causa del Covid. Il sindaco di Montespertoli ‘capitale’ del Chianti, Alessio Mugnaini, sta tenendo giorno dopo giorno il filo con le aziende del territorio e ha intrapreso il progetto del Distretto Rurale. Cerca di tenere in piedi il settore. Un sesto di Empolese ’in vendita’? Parte di quel 40% di Toscana centrale di cui parla il presidente del Chianti Giovanni Busi? "Siamo rimasti soli – dice Busi –. Nonostante gli annunci del governo, le nostre aziende stanno cercando di superare questa crisi senza precedenti facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze. Noi imprenditori agricoli siamo abituati alla sofferenze e ai sacrifici: ogni anno la nostra produzione dipende dalle condizioni climatiche che nel giro di qualche giorno, senza preavviso, possono compromettere le nostre colture e la stabilità dell’azienda. In un momento come questo però non ci aspettavamo che la distanza fra i problemi delle imprese e le Istituzioni fosse così abissale".
Busi è intervenuto in occasione dell’assemblea del Consorzio riunita ieri per la prima volta a Firenze dopo il lockdown. "Il tempo è finito – ha aggiunto – e non c’è più possibilità di andare avanti. Se si continua così, senza alcun sostegno, nei prossimi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita. Le aziende chiuderanno e diventerà il più grande boomerang mai visto prima dal punto di vista patrimoniale. E questo coinvolgerà tutti. Ci rimetterà tutta la regione".
In questo quadro dominato dall’incertezza non è ancora chiaro quali saranno le fiere che riprenderanno: "E’ arrivato il momento di mobilitare tutto il mondo del vino toscano per farci ascoltare".
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