Ylenia Cecchetti
Cronaca

Daniele Pacini, lo strazio della famiglia. “Non ha avuto scampo, la montagna l’ha tradito. Era il nostro ragazzo d’oro”

Il 34enne di Empoli viveva a Casenuove e lavorava in una ditta di tappezzeria della Piana pistoiese. Il babbo sotto choc: “Era il suo ultimo giorno di vacanza, invece non tornerà mai più”

DANIELE PACINI

Daniele Pacini

Empoli, 22 agosto 2024 – Uno squillo che interrompe il turno di lavoro. La chiamata che ti squarcia la vita. “Mi ha telefonato nel pomeriggio di martedì la fidanzata di Daniele, Giusi (la pisana Giusi Lo Surdo, ndr). Non sapeva niente, ancora. Era sotto choc. Dovevano recuperarlo. Probabilmente è morto subito, forse si è rotta una corda. Chissà. Ma capire la dinamica dell’accaduto non ce lo porterà indietro”. L’ha appresa così la notizia dell’incidente del figlio, Alessio Pacini. Era ancora di turno in ditta a Prato quando ha ricevuto quella maledetta telefonata. Aveva fatto tanti corsi di alpinismo, Daniele. Era un esperto della montagna e ieri sarebbe stato il suo ultimo giorno di vacanza. “Invece non tornerà più”, dice il babbo. Ripercorre quei tragici momenti mentre accarezza il cane Gino con tenerezza. Lo riempie di coccole, e così fanno i nonni, Vasco e Gigliola. Nella loro casa di Casenuove, si stringono attorno all’amato cucciolone di famiglia, mascotte di tante trasferte vissute in quota, tra adrenalina ed avventura. Era il migliore amico di Daniele, ma non c’era ad accompagnarlo nell’ultima sfida.

“Quando andavano ad arrampicare non lo portavano. Gino non voleva che andassero su. A modo suo brontolava”. Gino che aspetta al cancello. Gino che, in fondo, sa. È un grido di dolore composto, quello dei nonni. “Sapevamo che era grave – raccontano – Erano soli i ragazzi. Scalavano insieme da tre, quattro anni, da quando si erano conosciuti. Daniele abitava qui con noi, era il nipote preferito. Ce lo siamo cresciuto. Fin da piccolo era intraprendente, sempre in prima fila, guai a riprenderlo su qualcosa. La montagna era la sua ultima passione. E quante volte gli abbiamo detto di smettere, che ci sembrava pericoloso. Eravamo sollevati solo quando lo sentivamo rientrare la sera”.

Amava stare all’aria aperta, Daniele. “Il primo amore? La pesca, ci è andato col babbo fino a 10 anni”. E amava stare in compagnia. A Casenuove lo conoscono tutti, il nipote di Vasco Pacini, storico presidente del Circolo Arci, in questi giorni in festa impegnato nella sagra del bombolone. Manifestazione che non sarà cancellata almeno al momento, per espresso volere della famiglia. C’è tanto sconforto e ci sono poche parole ma tutte colme d’amore. Aveva amici, ovunque e tanti, “Il Rosso“, come lo chiamavano per via di quella chioma folta che lo rendeva riconoscibile tra mille. Amici di vecchia data anche a Fucecchio – per un periodo, da cuore rossonero aveva frequentato la contrada di Porta Bernarda – e amici coi quali condivideva la passione per le scalate, per la natura, per la montagna.

È sconvolto Daniele Stortini ricordando il suo amico storico. “Pochi minuti prima di apprendere della tragedia l’ho pensato, non lo sentivo da tanto, avrei dovuto chiamarlo. Ora non c’è più tempo. Lo conoscevo bene, Daniele – racconta con commozione Stortini, titolare di un negozio di parrucchiere a Empoli – Per me era il Red. Uscivamo insieme, anche con i nostri amati cani. Era un buono. Rimpiango di non aver fatto quell’ultima telefonata. Ciao amico, ora arrampicherai sulle nuvole”. Ci sono gli amici delle elementari del Pozzale, che nonostante di anni ne fossero passati, continuavano a seguire con passione anche ’virtualmente’ le avventure di Daniele in scalata. Era un amico per tanti, il “Rouge”, nickname col quale si presentava sui social postando foto ricordo di esperienze in vetta, sempre insieme all’inseparabile cagnolino. “Le giornate passate con lui fanno bene al cuore”, scriveva due settimane fa in uno dei suoi ultimi selfie con il Monte Giovo alle spalle e il fedele amico a quattro zampe a tenergli compagnia.

A ricordare il 34enne c’è anche l’ex candidato sindaco e capogruppo del ’CentroDestra per Empoli’ Andrea Poggianti, suo coetaneo e amico. “Avevamo frequentato le scuole medie insieme – commenta Poggianti –. A entrambi non piaceva il calcio e già da ragazzini condividevamo l’amore per la montagna. Era un uomo gentile, di una cordialità d’altri tempi. L’ho sentito qualche ora prima della tragedia via Whatsapp. Un audio per avvisarmi che era in rifugio, non c’era linea, non potevamo comunicare se non per messaggio. Non mi capacito che non ci sia più. Chiederò un un minuto di silenzio in suo ricordo, all’inizio del prossimo consiglio comunale di settembre”. Al dolore dei genitori Alessio e Laura e della sorella Chiara per questa vita spezzata, si unisce l’abbraccio del gruppo dei ragazzi della 3A Vanghetti di Empoli. “Rosso, non ti dimenticheremo mai”.