REDAZIONE EMPOLI

Deportato morì nel campo. La figlia ora vince la causa

La storia di Remo Burlon è tra le più toccanti della ’nostra’ strage nazifascista. Dopo 80 anni la famiglia si è vista riconoscere il diritto al risarcimento.

La cerimonia per l’installazione della pietra d’inciampo a Remo Burlon nel 2022

La cerimonia per l’installazione della pietra d’inciampo a Remo Burlon nel 2022

di Elisa Capobianco

Al civico 87 di via Chiara c’è una ’pietra’ che porta impresso il suo nome. Un modo per farlo tornare – almeno idealmente – a casa. Quella casa che non riuscì a rivedere dopo esser stato deportato in un campo che diventò la sua tomba. Remo Burlon è uno dei 55 empolesi morti per mano dei nazifascisti.

Classe 1910, deportato nel campo di sterminio di Ebensee, ucciso il 25 aprile 1945, Remo Burlon – per tutti Giovannino – fu insignito della medaglia alla Memoria dal presidente della Repubblica il 26 gennaio 2017, che gli fu conferita dall’allora prefetto Luigi Varratta insieme ai sindaci dei Comuni di provenienza degli altri ’fratelli caduti’, tra cui l’ex sindaca Brenda Barnini. La sua storia è legata a stretto filo con le vicende della vetreria Taddei, diventata il simbolo della tragedia cittadina con i suoi 26 operai prelevati nel cuore della notte durante un turno di lavoro dopo giorni di fermento.

Venne portato via senza una spiegazione. Durante il viaggio della sua condanna a morte, riuscì a far arrivare un biglietto con su scritto “Mi portano in Germania“ alla sua adorata famiglia. Quella famiglia che lo piange da 80 anni e che solo adesso ha potuto ottenere una piccola grande vittoria almeno davanti al Tribunale di Firenze e allo Stato italiano.

È di giovedì, infatti, la sentenza con la quale la figlia Roberta, moglie dell’ex presidente Aned Alberto Michelucci, ha conquistato il diritto al sacrosanto risarcimento di 400mila euro previsto per le vittime delle stragi nazifasciste dal Decreto Draghi. Un pronunciamento importante, quello ottenuto nel primo grado, che rappresenta un passo in avanti lungo il cammino verso la giustizia. Adesso, toccherà all’Avvocatura di Stato decidere se impugnare la sentenza, come del resto ha più volte fatto ostacolando percorsi già di per sé dolorosi. Si tratta di una seconda vittoria in una settimana per Empoli dopo la sentenza a favore della famiglia di Gaetano Comunale (un altro caso drammatico seguito anch’esso dall’avvocato Diego Cremona) che arriva però nel giorno in cui il Comune di Pisa ha bocciato la mozione per sensibilizzare il Governo sul tema ristori. Una battaglia portata avanti con coraggio dal senatore Pd Dario Parrini che ieri ha duramente criticato la presa di posizione della giunta pisana: "Un gesto grave che ci addolora".