IRENE PUCCIONI
Cronaca

Allarme dipendenze: “Alle medie la prima sigaretta”. Droghe, si abbassa l’età di chi ne fa uso

Al SerD di Empoli sempre più casi di minorenni che hanno problemi di abuso di alcol e droghe. Parla l’esperto

Si abbassa l'età media di chi fa uso di droghe (Foto di repertorio)

Si abbassa l'età media di chi fa uso di droghe (Foto di repertorio)

Empoli (Firenze), 23 novembre 2024 – Uso e abuso, che poi si trasforma in dipendenza. Che sia alcol, tabacco, droga o gioco d’azzardo: quando il ’mostro’ prende il sopravvento la persona non ha più il controllo di se stessa. Entra in una spirale da cui uscirne è difficile. Chiedere aiuto è importante. Al SerD di Empoli c’è una squadra di professionisti che quotidianamente lavora con persone con problemi di dipendenza e che, purtroppo, negli ultimi anni, ha visto crescere il numero di accessi soprattutto per il consumo di droghe tra giovani e giovanissimi. Il dottor Stefano Scuotto, direttore facente funzione dell’unità funzionale complessa dipendenze di Empoli, ’osserva’ il territorio da 25 anni e ha potuto constatarne il profondo cambiamento.

Quali sostanze si consumano oggi e chi sono le persone che si rivolgono al SerD?

“Innanzitutto c’è più abuso rispetto al passato. Quando ho iniziato a lavorare sul territorio, nel 1999, riscontravo uso di eroina e alcol; negli anni si sono aggiunti i tabagisti, i giocatori d’azzardo, i cocainomani. È incrementato il numero di persone inviate da enti esterni che hanno problemi con la giustizia. Sono aumentate le dipendenze da cannabis e anche il fenomeno di minorenni che, commettendo reati, si scopre facciano anche uso di droghe”.

Il dottor Stefano Scuotto
Il dottor Stefano Scuotto

Si è abbassata l’età in cui ci si avvicina per la prima volta a certe sostanze?

“Sì. Ad un genitore di un minore consiglio di fare molta attenzione durante l’estate nel passaggio tra la seconda e la terza media perché quello rappresenta il primo approccio con il tabacco che va considerata una sostanza di iniziazione; e poi va prestata attenzione anche durante l’estate successiva, tra la terza e la prima superiore: quello rappresenta invece il passaggio alla cannabis. Poi è importante notare se ci sono dei cambiamenti repentini di umore o nella resa scolastica, nella frequentazione amicale, se viene abbandonata l’attività sportiva a cui il soggetto era molto legato. Perché quella che può essere considerata una ribellione adolescenziale, assolutanente fisiologica, può invece nascondere l’uso di sostanze. Anche la demotivazione può essere un segnale. Purtroppo, nonostante le numerose campagne sul pericolo delle droghe, i giovani non hanno una visione critica e ritengono che l’uso di sostanze sia normale, nella loro cultura è un comportamento accettato e non lo stigmatizzano. Inoltre, l’utilizzo è agevolato anche dalla facilità di reperimento sul territorio”.

Cos’altro è cambiato nell’uso delle sostanze rispetto a qualche anno fa?

“L’altra novità è che da un consumo di una sola sostanza si è passati ad un policonsumo e questo complica molto le cose. Chi usa sostanze stupefacenti spesso fa uso anche di alcol. Inoltre, si stanno vedendo molto più spesso patologie psichiatriche, anche molto gravi, legate all’uso di cannabinoidi. Per cui è profondamente sbagliato parlare di sostanze leggere e sostanze pesanti perché il principio attivo è molto aumentato e può provocare in soggetti predisposti effetti psichiatrici gravi, quindi non va sottovalutato. In pratica, se non c’è la cessazione dell’uso di cannabis non si può curare la malattia psichiatrica di base perché è come mantenere un fuoco sempre acceso. Infatti, esiste una stretta collaborazione con il centro di salute mentale proprio per intercettare queste situazioni”.

Sul nostro territorio sono stati riscontrati casi di uso di Fentanyl, la cosiddetta “droga degli zombie”?

“Qui al momento non ci sono stati casi. L’unica diversa droga a quelle ‘tradizionali’ è la chetamina, un anestetico dissociativo che si usa molto spesso nei rave, che però la troviamo in modo accidentale”.

Come si accede al SerD?

“La maggioranza delle persone ha accesso in maniera volontario per problematiche legate all’uso di eroina, e rappresenta la fetta principale. Altri accessi, numericamente pochi, sono su pressione dei familiari. Poi c’è una quota di soggetti inviata da varie istituzioni: servizi sociali, tribunali ordinari, tribunali per minorenni o da parte della magistratura”.

Per chi ha una dipendenza quanto può essere lungo il percorso per uscirne?

“Mediamente ad una persona che entra in un programma, e questo ha una evoluzione positiva, possono volerci dai 3 ai 5 anni”.

La recidiva è alta?

“La dipendenze può essere considerata una malattia cronica. L’assunzione di droghe in maniera patologica determina una cicatrice permanente nel cervello e l’unica cura è cambiare stile di vita in maniera totale”.