Empolese Valdelsa, 25 aprile 2023 – Dalla frequenza irregolare, alle ripetenze, ai ritardi rispetto all’età scolare, che portano spesso a un prematuro abbandono dell’iter di istruzione e formazione. In due parole siamo di fronte alla cosiddetta “dispersione scolastica“, un fenomeno complesso e articolato che, sebbene diminuito negli ultimi dieci anni, vede ancora il nostro Paese con molte criticità. A livello territoriale, la sorpresa negativa è che – stando ai dati dell’Osservatorio regionale educazione e istruzione – l’Empolese Valdelsa, rispetto alle 35 zone educative toscane, si colloca agli ultimi posti delle graduatorie per ben tre volte nell’ultimo quinquennio con un indice di criticità, definito dall’incrocio dei ritardi e degli esiti negativi nella scuola secondaria di primo grado (medie) e di secondo grado (superiori), che raggiunge il massimo livello, ovvero il livello 4.
Nell’ultimo anno scolastico disponibile, 2021/2022, il dato degli esiti negativi nelle scuole di secondo grado dell’Empolese Valdelsa, seppur migliorato, è al 14,07% (solo Prato e Pistoia riportano dati peggiori). I nostri studenti finiscono in fondo alla classifica anche rispetto al voto finale ottenuto all’esame di maturità. La media dei voti del diploma si attesta, infatti, al 79,31, ed è migliore solo a quella del Mugello rispetto alle altre 35 zone educative toscane. Infine, gli studenti che si diplomano nell’arco di cinque anni corrispondono appena al 51,82 per cento: anche in questo caso si tratta della percentuale più bassa dopo quella della zona pratese, con un picco in negativo del 33,86 per cento negli istituti professionali, seguito dal 46,88 per cento degli istituti tecnici e dal 71,58 per cento dei licei.
Oltre la “dispersione esplicita”, negli ultimi tempi si parla molto anche di “dispersione implicita”, ovvero quella degli studenti che hanno conseguito il titolo di studio previsto (licenza di scuola secondaria di primo grado o diploma di scuola secondaria di secondo grado), ma che non hanno raggiunto, nemmeno lontanamente, i traguardi minimi previsti dopo otto o dopo tredici anni di scuola.
L’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, registra un incremento della dispersione implicita in Toscana dal 2019 al 2021 dell’1,9%, a fronte di una media nazionale del 2,5% e con un trend nettamente migliore rispetto alle altre regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). Rispetto al nostro territorio, utilizzando il dato di Empoli (unico disponibile on line) come riferimento generale, emerge che i nostri studenti al termine del percorso della secondaria di primo grado raggiungono risultati adeguati nei livelli di competenze più bassi rispetto alla media provinciale e regionale: italiano 56,43 (provincia Firenze 64,7; Toscana 58,3); matematica 57,30 (provincia Firenze 62,8; Toscana 59); comprensione inglese 57,95 (provincia Firenze 66; Toscana 58,8); lettura inglese 72,27 (provincia Firenze 80,4; Toscana 76,8). Questi dati sono ribaltati nelle prove di italiano e matematica somministrate nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, mentre restano risultati sotto le medie provinciali e regionali per quanto concerne la comprensione e la lettura dell’inglese.