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Il sindaco di Vinci, Daniele Vanni, delegato dell’Unione a Turismo e Cultura
Vinci, 14 febbraio 2025 – Investimenti consistenti, cambiamenti nell’attuale assetto museale, l’abbattimento delle barriere architettoniche che la sede dove si trova il dipinto presenta attualmente nonché le problematiche legate alla fruizione dello stesso ambiente da parte di migliaia di persone chiamate a muoversi in spazi di concezione medievale e per piccoli numeri, non per i flussi turistici del XXI secolo. Sono queste e molte di più le problematiche insidiose che l’amministrazione vinciana sarà chiamata a breve a dover tenere presente nella propria programmazione.
Quindi la domanda è inevitabile. Ma i soldi per tutti questi interventi ci sono? Il sindaco Daniele Vanni ha sorriso, ma ha risposto con prontezza e, tutto sommato, nel modo più corretto: “Il Comune di Vinci i soldi ce li mette”. Se poi saranno sufficienti, questo è un altro discorso. Ma considerata la posta in gioco non è difficile ipotizzare che se quelli dell’amministrazione non basteranno, uno sponsor esterno e magari anche qualche sostanzioso contributo da Regione e ministero della cultura è lecito aspettarselo.
Se anche il dipinto affiorato sul camino della ex casa dei Bracci non dovesse essere certificato di mano di Leonardo, rimane pur sempre un dipinto inedito datato seconda metà del Quattrocento. Per Vinci e per l’Empolese Valdelsa si tratta di una scoperta con la ’S’ maiuscola. Una gemma artistica da aggiungere a una corona che può e vuole diventare sempre più preziosa. E se sulla volontà di investire tutte le risorse necessarie al recupero, restauro e successiva valorizzazione dell’opera non ci sono dubbi, incertezze emergono inevitabilmente sui tempi di finalizzazione dell’intero percorso. “I lavori di consolidamento del camino e la parallela attività diagnostica saranno avviati a breve – ha detto il sindaco di Vinci – prevedo in un paio di settimane” . Su come e quando il disegno diventerà visibile al pubblico, al momento, nessuno si sbilancia. “Cominciamo in due settimane – ha confermato Alberto Felici, Funzionario restauratore della Soprintendenza – e si fa presto con la messa in sicurezza del camino. Il resto del lavoro ha tempi più lunghi”.
Anche perché, è stato rivelato durante l’incontro di ieri al teatro di Vinci, quanto scoperto finora potrebbe non essere tutto quello che è rimasto nascosto per secoli. “Il disegno è circa 70 per 80 centimetri – ha spiegato ancora Alberto Felici – ma nella parte alta del camino ci sono tracce di scialbo non ancora ’indagate’ che quindi potrebbero mostrare ulteriori novità. Attraverso gli interventi di restauro, una volta messa in sicurezza la struttura, potremo vedere altre cose, probabilmente”. “Di questa delicata operazione – ha concluso Felici – sarà incaricata una restauratrice di provatissima esperienza che collabora con l’Opificio delle pietre dure di Firenze”.
“Le infiltrazioni – ha aggiunto la direttrice del Museo Leonardiano Roberta Barsanti – erano vicino al tetto e avevano iniziato a compromettere la conservazione del camino. Le infiltrazioni sono state già bloccate e quindi ora interverremo su stabilità e sulla conservazione della struttura”. C’è da augurarsi che conclusa la fase ’diagnostica’, e capito con quale percentuale di sicurezza si potrà attribuire la ’paternità’ del disegno, sia già pronto anche il piano per renderlo visibile al pubblico.