di Ylenia Cecchetti
Richiesta accolta. Vista l’urgenza, il prefetto di Firenze Francesca Ferrandino ha accordato al primo cittadino Simone Londi, la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Ad un anno dall’ultima riunione (chiesta a febbraio 2024 dall’ex sindaco Paolo Masetti per atti di vandalismo), sul tavolo, gli stessi problemi.
"Lunedì mattina alle 10 – dichiara Londi – incontrerò il Prefetto, che ringrazio per la tempestività nella risposta". Intanto passano le ore, cresce la consapevolezza della gravità del fatto, ma non se ne va la paura. La rapina a mano armata al laboratorio orafo Mariano Tombelli ha colpito per la violenza che i tre banditi hanno usato contro la moglie del titolare (immobilizzata con l’arma puntata addosso, uscita illesa, ma trasportata al San Giuseppe per un malore accusato in seguito) e per le similitudini con il colpo messo a segno alla gioielleria Punto Oro. Sempre a Montelupo Fiorentino, ma quattro giorni prima.
Tombelli è tornato in negozio, alle Graziani, facendo i conti con quel che resta dell’attività svaligiata, ma anche con l’ondata di affetto dimostrata da cittadini e colleghi. "Mi stanno telefonando da tutta la Toscana – dichiara commosso l’orafo –. Questa vicinanza ci tiene su. Non posso mollare prima di aver risolto i danni causati a terzi, devo dare un esempio. In primis alla mia famiglia". In tanti vogliono dare una mano, si ipotizza una raccolta fondi. "Valuteremo. Sarebbe una strada utile a rimborsare i privati che non so come ripagare. Questa è la priorità. Aiuti per gli altri, non per me".
Secondo gli inquirenti, non ci sarebbero collegamenti tra i due blitz. "Si parla di banda organizzata – riflette Tombelli –. Io invece penso a degli sprovveduti che hanno parlato, si sono fatti vedere, hanno sbagliato strada nella fuga in auto. E sento il dovere morale di rinnovare il mio appello. Nessuno deve passare quello che ha vissuto mia moglie. Chiedo certezza della pena. Sembrerò pazzo, ma provo dispiacere per quei tre che in qualche modo si sono rovinati la vita: con i soldi degli altri non ti arricchisci mai...".
Tornando al Comitato, come ricorda il sindaco "è lo strumento per coordinarci con le altre forze dell’ordine. Con la polizia municipale abbiamo dei limiti imposti dalla legge. Otto unità entreranno nel corpo dei vigili dell’Empolese Valdelsa. Ma il quadro è complesso. I Comuni hanno limiti stringenti sulla spesa del personale, il Governo ha tagliato i fondi. Quand’anche si riuscissero a trovare i soldi (un agente costa dai 30 ai 40mila euro), c’è il problema del budget. Ci sono limiti legali che non possiamo sforare".
"Serve un intervento deciso – dice Federico Pavese, capogruppo Montelupo nel cuore, facendo riferimento alla volontà dell’amministrazione comunale di implementare la videosorveglianza –. L’adeguamento tecnologico non può essere l’unica risposta. La presenza delle pattuglie fa la differenza".
I primi a richiedere rinforzi sono i commercianti, come Michela Cei, intervenuta a supporto della titolare dopo la rapina al Punto Oro. "Siamo scossi, impauriti. Tutti nel mirino dei malviventi. Ho telecamere in negozio, ma mi sto battendo affinché via della Pace e la zona delle Graziani, dove risiedo e dove sono stata vittima di furti, vengano messe in sicurezza. Non ci possiamo difendere da soli". È una misura necessaria, seppur non risolutiva, quella delle telecamere. "Costano fino a 5mila euro – conclude Londi –. Siamo a 70 occhi elettronici in 25 chilometri quadrati. Uno strumento utile per fare giustizia. Ma l’operazione nelle tempistiche e nella spesa non è banale".